ALFREDO ENTITA' su STEFANIA GUIDI |
Ecco una scultrice nata: Stefania Guidi. Ch’io sappia, ch’io conosca, non credo vi siano oggi in Italia donne della possa o forza creativa di Stefania Guidi, tenuto conto della giovane età dell’artista, nata proprio con il fermento della scultura in corpo. Di scultrici, ce n’è tante, forse non abbastanza da poterci esprimere compiutamente, per poter arrivare ad un superlativo di produzione, come impeto o esplosione di fioritura primaverile, come faconda e feconda stagione. Conosco, ho detto, molte altre scultrici, forse non compiutamente. Tempo fa ero un po’ desto alla produzione di Renata Cuneo, di Veronica Van Eyck, di Rosalba Bernocco Gilardi, Marta Marchionni, Liliana Nocera, (di ceppo siculo), Velia Sacchi, Giuliana Gorrini, Caudia Formica, Gina Thusek Klaber, Irma Russo Giudici, Vittoria Lucarelli e qualche altra che certo sfugge alla nostra memoria e della stessa Guidi la cui opera incontrai per la prima volta al « Premio Forlì 1960 » della Fondazione Livio e Maria Garzanti. Della Bragaglia Giudi confesso però che non avrei mai immaginato ( sebbene tanto allora mi entusiasmarono le « Danzatrici n. 1, 2, e 3 ) tanta produzione come tanto impegno e tanta maschia, robusta capacità oltre che gusto e calore, sapore e vitalità. A svelarmi tanta nascosta bellezza è stata la recente e bella monografia di Mario Rivosecchi che ci fa così compiutamente (?) conoscere la rigogliosa creazione plastica e grafica, il mondo di fantastiche immagini zampillato prepotente dalla creatività di Stefania Guidi, destato come da una nascosta oasi di lontani echi nelle quali queste immagini di bellezza sembrano essere state lungamente assopite ed ora ridestate come ad offrire una improvvisa apparizione di piena e suadente bellezza. E c’è parso e ci sembra vieppiù, che il mondo creativo di Stefania Guidi, sia in prevalenza il nudo femminile o regno di Venere in carne e ossa, senza mitologiche inframmettenze, nelle sue attuali gioie ed energie giovanili fatte di pudiche ma pur bisognose ansietà di mostrarsi per ricevere ammirazioni e strappare gioiosi consensi, spontanei omaggi al prepotere della giovinezza travolgente. Stefania ritrae il suo sesso in quelle positure di più difficili esibizioni di forme, in bilanciati equilibri o statica statuarietà, per cui è richiesta una particolare abilità di consumata e direi persino di scanzonata modellatrice, che scandisce e risalta egregiamente tutti i plastici valori volumetrici, l’incanto e la maliosa prestanza di un nudo muliebre. Che oasi di pace, di riposante godimento, di esaltante bellezza, di intensa poesia di forme. Ritmato gestire, coralità di volumi, aeree torsioni, ed equilibri che sono ricami di misurato spaziare, immersioni e tonfi nell’accecante splendore della luce che trasfigura la materia in baluginanti trasparenze, in aeree arditezze, che mi sembrano e sono solo della Guidi, tutte e solo sue.
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