IGNAZIO APOLLONI ad ALFONSO CARDAMONE |
Caro Ugo Se lo ritieni utile metti in rete questa lettera che ho mandato a Alfonso Cardamone a proposito de La Caduta di Albert Camus: un romanzo da me, ma anche da Giuseppe Panella considerato minore. Capisco che la rivista di Cardamone, Il piede e l'orma ha dedicato il secondo numero tutt'intero a Camus ma può succedere che nella produzione di uno scrittore qualcosa lasci perplesso. Ciao Ignazio Messaggio originale---- Da:
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Data: 29/04/2011 12.31 A: <
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> Oggi:
Caro Alfonso Giuseppe Panella non si è sottratto ma semplicemente spiega e giustifica la "prudenza", la "cautela" di un Camus che in quel trattato-romanzo fu meno "feroce" di quanto non lo sia stato contro il colonialismo francese. E' così che ha evitato un processo inquisitorio, con accompagnamento di rogo in pubblico, quando invece sarebbe stato doveroso e coraggioso mettere alla berlina più dichiaratamente le forze oscure che ottundevano la mente (leggi Chiesa e il sistema sociale imperante allora persino nella occupata, anche militarmente, Algeria). Purtroppo io sono contro i sofismi; per una lotta come quella degli algerini, a viso aperto nella battaglia di Algeri; e con donne che trasportavano bombe dirette alla Resistenza. Solo così si abbatte un potere tirannico. In altri termini non mi basta la filosofia (e meno ancora la retorica); non mi basta la denuncia di una peste che sta per arrivare; ho in antipatia, a dir poco, la pusillanimità; non mi piace l'acriticismo o il criticismo da salotto. Il motto giusto è "A' la guerre comme à la guerre". Proprio in quella Caduta di Camus non c'è nulla di tutto ciò se non introspezione allo stato puro. Non me ne voglia Giuseppe Panella. Per dirla con una tua felice espressione: tutto ciò è nel mio DNA. Affettuosità e auguri.
Ignazio
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