Estate di S. Martino
Ora gli alberi e il vento sanno il silenzio improvviso di novembre, l’orecchio teso a un passo di neve ne le strade. l’aria liscia come una buccia d’uva, nuova come il mosto, ha odori di vestiti chiusi addosso. Le cose che dici, che fai somigliano a un ricordo.
Indian Summer
Now trees and wind know November’s sudden silence, the ear listening for a snow step in the streets, the air smooth as a grape peel, new as must, carries the smell of fusty cloths. The things you say and do resemble a memory.
E ora?
E ora? In questi lunghi silenzi, tu dirai, fra due battere di ciglia, due morti serene, riconoscersi nel buio? Nel mondo d’un’arancia, nel bimbo a cavallo del mare conoscerti, sui ritratti ingialliti, nel vento alla tua porta. Come ritrovarsi fra morti a un lume fioco di carretto, cime di pioggia. Se uno almeno scambiasse ostaggi le preghiere, i fiori, cogliere corni di luna spenta. Una volta, in certi lunghi silenzi, sotto i pleniluni, tu vegliavi una vita fedele vagabondo ubriaco. E aspettavi.
And Now?
And now? In these long silences, you will say, between two blinks of an eye, two serene deaths, recognize ourselves in the dark? In the world of an orange, in the child riding the sea, to know you, in the faded portraits, in the wind at your door. Like finding ourselves again among the dead in the feeble light of a wagon, rain tops. If one at least were to exchange hostages, the prayers, the flowers, catch the horns of a spent moon. Once, during certain long silences, ander the full moon, you kept watch over a faithful life, drunken vagabond. And waited.
Commiato d’estate
Settembre, la tua fuga mi lascia un sapore d’estate appena perduta. Nemmeno la sete s’appaga alla giovane pioggia, quel mesto odore di fresco. Qui l’ultima tinta di sole ancora va errando sui volti, tra la folla, sui legni dei carri, come una tenue promessa. Ma ora è tempo di pigiare Uva e autunno di empirne la botte per quest’anno.
Summer Farewell
September, your flight leaves me the taste of a summer just lost. Not even thirst is quenched by the young rain, that sad smell of freshness. Here the last hue of the sun is still wandering over faces, amidst the crowd, on the wood of the wagons, like a flimsy promise. But now it’s time to press grapes and Autumn to empty its barrel for the year.
Ballata dei suicidi*
Noi non sappiamo perché, se amassero vita o morte, se davvero fossero inguaribili, questo ed altro non sappiamo, se per via avessero perduto cuore, parlato agli altri. Se scrissero per gioco o per dovere o per troppo dolore. E quando, non sappiamo, se nella quiete d’una notte fonda oppure. Né come sono morti, sappiamo se brevemente o meditando a lungo, se bevvero acqua o whisky al piccolo bar sotto casa, immaginando un volto solo o tanti. Se mormorarono un nome. E dove sono ora. Anche i vecchi restano muti sui chiusi usci, morire stanca. Che erano uomini, sappiamo, fedeli, e la fatica di prepararsi tutto da soli, in segreto. E la gazzarra dei morti.
*qui si dà il testo rivisitato nel 2001
The Suicides’ Ballad
We don’t know why, whether they loved life or death, whether they were really incurable, we do not know this and more, whether they had lost heart on the way, spoken to others. Whether writing was a game or a duty for them, or if they wrote because of too much pain. And we don’t know how they died, whether quickly, or meditating at length, whether they drank water or whischy in the small bar downstairs, imagining one face or many. Whether they murmured a name. And where they are now. Even the old men remain silent in the closed doorways, death is tiring. We know they were faithful men, and the weariness of preparing everything by themselves, in secret. And the ruckus of the dead
Translated by Luigi Bonaffini
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