Letter from home
In questo mutuo disordine gli ultimi istanti di gloria Permeano i tetti delle chiese, delle moschee, delle sinagoghe. Prigioni di vetro dalle serrature di sughero Che custodiscono anime di porcellana di una commedia autunnale. Altrove in un tempo inedito, nascosto,di luce brulicante tra le foglie Si agitano insospettati oppositori dello scintillio estivo Sui sudici sanpietrini romani. Ma resta in un respiro di pece L’isolato rumore di passi in una fredda domenica mattina verso casa. L’odore di legno antico che emana da una mela tagliata a metà. Che dirti? Come animale prima che la terra tremi…..lo sento. Ora che vivo in quella casa a pochi passi da Alexanderplatz E mi tengo ben stretto tutto quello che non conosco.
Memento vivere
Sprimaccio il cuscino E mugghiando ad intermittenze Pilucco pensieri e parole. Le ultime degne di nota sono state: <<Non sei che un chiodo entrato storto Nel legno della mia vita>>. Escono dalla scena con grande magia le donne È la loro arte la loro prestidigitazione Al confronto i nostri numeri sono niente Neve sfiorita ai margini del marciapiede. Amare e potermi dire amato questo ho voluto Chissà se ci sono riuscito. Un’ alba misera spunta su tutto Comprese puntute signore in delirio Per le note di questa piccola sinfonia Di un re minore. Io nel frattempo mi alzo e pronuncio un nome Come se fosse possibile preferire una rosa Ad un’altra rosa.
Nel femore della felicita’ Il ricordo e’ uno strappo muscoloso della mente. Una piccola notte infinita vedova di stelle. E’ l’istmo che lenisce promesse non mantenute.
Certo, un giorno il tuo sorriso sghembo Confermera’ una temprata verita’.
Ed allora nelle abissose stanze dei ricordi smarriti Si cercheranno con grande affanno Mirabilia dimenticate Discorsi abbandonati Frasi nascoste.
Ma io sapro’ come oggi Che da sempre l’amore Nasconde le forbici aperte dell’abbandono.
Non aspettarmi. Inselvatichito da parole che affaticano il petto Mi addormenterò in un nido segreto Fatto di carne e supplicante desiderio.
Non preoccuparti. Questo è un dolore che si dimentica subito Come labbra appena nate che succhiano dai seni. Come bacio ardente che illumina la pelle Di labbra mute semplici e sconosciute.
Non aspettarmi. Perché ieri ho voluto tutto il mare in una fonte Ed oggi mi perdo in un bicchiere d’acqua. (…mi bagno a malapena le labbra).
Origlio i discorsi dei cuori Perchè il mio non ha più voce.
Cosi’ a volte il ricordo Mi trapassa e va oltre.
E raramente si ferma e mi fa compagnia.
E allora mi pento d’essere voluto crescere.
Quando ti bagna la pioggia di altre città Ti senti più solo. Così come si attraversano due secoli Ma senza capirci molto, in fondo. Ovunque si arrotolano banconote Per tirare su bianche rovine di imperi Persi sotto il sole dove si crogiolano Lucertole con il seno rifatto. E siccome i sogni si avverano solo quando dormi. Arrivammo a Ninive che si era appena fatto giorno.
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