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ALESSANDRO MONTICELLI

 

 

Letter  from home

In questo mutuo disordine gli ultimi istanti di gloria
Permeano i tetti delle chiese, delle moschee, delle sinagoghe.
Prigioni di vetro dalle serrature di sughero
Che custodiscono anime di porcellana di una commedia autunnale.
Altrove in un tempo inedito, nascosto,di luce brulicante tra le foglie
Si agitano insospettati oppositori dello scintillio estivo
Sui sudici sanpietrini romani.
Ma resta in un respiro di pece
L’isolato rumore di passi in una fredda domenica mattina verso  casa.
L’odore di legno antico che emana da una mela tagliata a metà.
Che dirti?
Come animale prima che la terra tremi…..lo sento.
Ora che vivo in quella casa a pochi passi da Alexanderplatz
E mi tengo ben stretto tutto quello che non conosco.

 

Memento vivere

Sprimaccio il cuscino
E mugghiando ad intermittenze
Pilucco pensieri e parole.
Le ultime degne di nota sono state:
<<Non sei che un chiodo entrato storto
    Nel legno della mia vita>>.
Escono dalla scena con grande magia le donne
È la loro arte la loro prestidigitazione
Al confronto i nostri numeri  sono niente
Neve sfiorita ai margini del marciapiede.
Amare e potermi dire amato questo ho voluto
Chissà se ci sono riuscito.
Un’ alba misera spunta su tutto
Comprese puntute signore in delirio
Per le note di questa piccola sinfonia
Di un re minore.
Io nel frattempo mi alzo e pronuncio un nome
Come se fosse possibile preferire una rosa
Ad un’altra rosa.

 


Nel femore della felicita’
Il ricordo e’ uno strappo muscoloso della mente.
Una piccola notte infinita vedova di stelle.
E’ l’istmo che lenisce promesse non mantenute.

Certo, un giorno il tuo sorriso sghembo
Confermera’ una temprata verita’.

Ed allora nelle abissose stanze dei ricordi smarriti
Si cercheranno con grande affanno
Mirabilia dimenticate
Discorsi abbandonati
Frasi nascoste.

Ma io sapro’ come oggi
Che da sempre l’amore
Nasconde le forbici aperte dell’abbandono.

 

 


Non aspettarmi.
Inselvatichito da parole che affaticano il petto
Mi addormenterò in un nido segreto
Fatto di carne e supplicante desiderio.

Non preoccuparti.
Questo è un dolore che si dimentica subito
Come labbra appena nate che succhiano dai seni.
Come bacio ardente che illumina la pelle
Di labbra mute semplici e sconosciute.

Non aspettarmi.
Perché ieri ho voluto tutto il mare in una fonte
Ed oggi mi perdo in un bicchiere d’acqua.
(…mi bagno a malapena le labbra).

 


Origlio i discorsi dei cuori
Perchè il mio non ha più voce.

Cosi’ a volte il ricordo
Mi trapassa e va oltre.

E raramente si ferma e mi fa compagnia.

E allora mi pento d’essere voluto crescere.

 

 

Quando ti bagna la pioggia di altre città
Ti senti più solo.
Così come si attraversano due secoli
Ma senza capirci molto, in fondo.
Ovunque si arrotolano banconote
Per tirare su bianche rovine di imperi
Persi sotto il sole dove si crogiolano
Lucertole con il seno rifatto.
E siccome i sogni si avverano solo quando dormi.
Arrivammo a Ninive che si era appena fatto giorno.