FAREWELL PERFORMANCE for D.K.
Art. It cures affliction. As lights go down and Maestro lifts his wand, the unfailing sea change Starts within us. Limber alembics once more Make of the common Lot a pure, brief gold. At the end our bravos Call them back, sweat-soldered and leotarded, Back, again back – anything not to face the Fact that it’s over. You are gone. You’d caught like a cold their airy Lust for essence. Now, in the furnace parched to Ten or twelve light handfuls, a mortal gravel Sifted through fingers, Coarse yet grayly glimmering sublimate of Palace days, Strauss, Sidney, the lover’s plaintive Can’t we just be friends? Which your breakfast phone call Clothed in amusement This is what we paddled a neighbor’s dinghy Out to scatter – Peter who grasped the buoy, All it contained. Past Sunny, fluent soundings that gruel of selfhood Taking manlike shape for one last jeté on Ghostly – wait, Ah! – point into darkness vanished. High up, a gull’s wings Clapped. The house lights (always supposing, caro, Earth remains your house) at their brightest set the Scene for good: true colors, the sun-warm hand to Cover my wet one… Back they come. How you would have loved it. We in Turn have risen. Pity and terror done with, Programs furled, lips parted, we jostle forward Eager to hail them, More, to join the troupe – will a friend enroll us One fine day? Strange, though. For up close their magic Self-destructs. Pale, dripping, with downcast eyes they’ve Seen where it led you. RITO DI ADDIO
L’arte. Cura il dolore. Si spengono le luci, il Maestro Solleva la bacchetta: puntuale le metamorfosi marina Ha inizio in noi. Flessibili alambicchi ancora Una volta mutano il destino
Mortale in puro, breve oro. Alla fine le nostre ovazioni Li richiamano in scena, madidi di sudore, in calzamaglia, Ancora, più e più volte – qualunque cosa pur d’illuderci che non sia finito. Te ne sei andato. Ti avevano attaccato come un raffreddore La loro aerea brama di essenza. Ora, ridotto nel forno A una dozzina di manciate leggere, rena mortale Setacciata fra le dita, Opaco, ma ancora capace di grigi barlumi, sublimato di giorni Principeschi, Strass, Sidney, il lamentoso, amabile Non potremmo essere solo amici? Che la telefonata a colazione Vestiva di divertimento, Questo per disperdere in mare remammo la piccola barca Del vicino – Peter, che afferrò la boa, io che tenni L’urna sott’acqua, liberandola di ciò che conteneva. Oltre soleggiati, fluidi Scandagli, quel semolino di identità, prendendo Forma umana per un’ultima figura di danza sulla punta… Ah! Aspetta! – spettrale, svanì nell’oscurità. In alto Le ali di un gabbiano Applaudirono. Le luci di casa (sempre supponendo, caro Che la terra rimanga la tua casa) al massimo splendore Fissarono la scena per sempre: colori veri, la mano calda Di sole sulla mia bagnata… Ecco, ritornano. Quanto ti sarebbe piaciuto. Anche noi Ci alziamo. Stremati dalla pena, dal terrore, piegati I programmi, le labbra aperte, ci facciamo largo a spinte, Ansiosi di acclamarli, Anzi, di unirci! Ci scritturerà un bel giorno un amico? Ma…strano! Da vicino si autodistrugge la loro magia. Pallidi, grondanti, occhi volti in basso, hanno visto A che ti ha condotto.
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