ARTURO SCHWARZ |
Una pioggia fine su Parigi alberi spogli e rami nudi ricordi di un piccolo albergo e l’ora dorata della vita mi assale un profumo rivedo il corpo nudo e la mente si frantuma un’ora in paradiso e secoli infernali sono stufo della vita e stufo di respirare ogni giorno che passa ho voglia di crepare ◊ solo un’ora dopo la morte si rivela sul volto l’anima la necessità d’amare e di essere amata l’esigenza di una verità per viverla e condividerla non saprà mai se sul viso apparirà anche la passione che ha benedetto i suoi anni se per caso lei sarà presente vedrà che come sempre l’amore è stato più forte della morte ◊ quella casa che abitavi anche quando non c’eri è diventata la prigione della mia solitudine non posso credere che le sue camere non udiranno più la voce che conta la casa è diventata ostile e deserta come isola dove mi ritrovo naufrago per il resto d’una vita vuota e inutile ◊ riesce solo a darle un amore assoluto sa soltanto vivere la dedizione totale la passione lo domina ogni compromesso è inconcepibile così non sogna più non può desiderarla se non è desiderato la morte è tornata ad abitare la mente e il vecchio corpo che era rinato dal suo amore ◊ sino a un momento fa aveva ventotto anni ma in un solo respiro si è ritrovato con mezzo secolo in più tornano in mente eventi dolorosi gli altri esaltanti tutti dimenticati ora ricordo soltanto il rifiuto della madre la prigionia a Hadra il suicidio mancato il barbaro manicomio l’amputazione atroce poi lo ha raggiunto la perdita dell’amata che l’aveva salvato facendogli riscoprire la luce della bellezza è bastato l’attimo d’un sorriso spento perché siano spariti felicità e speranza se volta le spalle perché continuare a vivere nel tempo dell’amore assente
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