IGNAZIO APOLLONI |
Se un giorno alzando gli occhi al cielo ci capitasse di vedere librarsi tra le nuvole uno ‘stormo’ di tartarughe? O osservare una bertuccia che gioca a palla? O, ancora, una cicogna che tiene con il becco un bambino avvolto in un fagotto? O il famoso ‘asino che vola’, locuzione tipica del materializzarsi dell’impossibile? Queste scene, che non possono avere riscontro nella realtà, possiamo, tuttavia, ritrovarle nelle atmosfere sognanti delle fiabe, nelle narrazioni fantastiche di racconti che travalicano il senso comune per ergersi a metafora dell’esistenza, dei suoi enigmi, delle sue contraddizioni e della volontà di cambiamento.Parola e immagine si coniugano in un binomio che offre ai due ambiti, quello verbale e quello visivo, un reciproco rafforzamento nell’ormai radicato sodalizio tra lo scrittore Ignazio Apolloni, autore di Favole e Bubbole, storiette ironiche e favole per adulti affabulatorie e graffianti, e il pittore e disegnatore Roberto Zito, che ancora una volta ha realizzato una serie di tavole come accompagnamento ai testi dell’autore. Marina Giordano Scrittore provocatorio e complesso, sottile e aristocratico, ma al tempo stesso divertente e accattivante, Ignazio Apolloni potrebbe appartenere benissimo - insieme a Donald Barthelme, Purdy, John Barth, Pynchon e Brautigan - ai più significativi rappresentanti della cosiddetta “post-modern-fiction”.Solo che a differenza di chi propone una Snow White attualizzata, il gioco di scrittura che Apolloni pratica e trasmette con straordinaria vivacità, non è rivolto a rivisitare il già stato, né a riprodurlo con pretesti variamente mascherati, ma a crearlo di sana pianta, per cui paradigmi riferibili a repertori favolistici considerati ormai classici, restano nei confronti di questo personalissimo autore vaghe “forme della lontananza”. Francesco Carbone
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