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FRANCESCO BAGLIERI - TESTO DI ANDREA GUASTELLA

 

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Ci sono pittori che, per larga parte della loro esperienza, sono coronati dal successo e vivono dignitosamente di pittura; altri attraversano il mondo in silenzio e attendono parecchio per ricevere il riconoscimento dovuto. Tale risulta, spesso, il destino dei migliori, talora troppo avanti perché il loro lavoro sia apprezzato, talaltra troppo orgogliosi per divulgarlo, consapevoli che l’arte è sì comunicazione, ma comunicazione di sé, di una parte del proprio essere che non tutti possono comprendere. Il rischio concreto che una fatica onesta ottenga solo disprezzo, o che un malintenzionato ne approfitti, attende alla porta: perciò i tesori da scoprire sono tanti e la promozione di artisti poco noti è occupazione altamente meritoria. A questa fatica si dedica da tempo, e con passione, Anna Malandrino, cui dobbiamo il riscatto di illustri dimenticati come il canonico Spadaro, Giuseppe Malandrino e, in ultimo, Ciccio Baglieri. È infatti grazie alla abnegazione della Malandrino che questo ex funzionario della Banca d’Italia e paesaggista di tutto rispetto torna agli onori della cronaca qualche anno dopo la sua dipartita. In realtà, Baglieri non è stato mai dimenticato: esistono, qua e là, alcuni suoi collezionisti. Soprattutto si conta tra i suoi estimatori Giovanni Criscione che, oltre ad aver appreso in giovinezza da Baglieri i rudimenti della pittura, lo ha spesso accompagnato nelle sue sedute all’aria aperta: “Baglieri stava fermo a osservare per ore una veduta o un dettaglio”, racconta lo scultore, “poi, all’improvviso, dipingeva con rapidità pari alla sua abilità a cogliere l’anima dei luoghi”. La testimonianza di Criscione vale anche come documento critico, leggendo nella facilità d’esecuzione, cui corrisponde una pennellata sintetica e incisiva, uno dei tratti salienti dello stile di Baglieri. Un altro elemento è il segno saldo, da disegnatore consumato, che nulla cede alla mimesi, al calco fotografico, alla iterazione ideale e affabulante. Baglieri è insieme tecnico e istintivo: sicuro nel marcare i contorni e altrettanto libero nel contraddirli con una fitta trama di ombreggiature nei disegni, con spatolate dense, pesanti di colore nei dipinti ad olio. Ne risulta una pittura vibrante, carica di tensione (sebbene nei dipinti il contrasto tra linea e materia possa, a volte, apparire irrisolto per eccesso di foga o assenza di mestiere), senz’altro meritevole del riconoscimento che le viene, in questa sede, tributato.

Andrea Guastella

 

 

 
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