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ANNA MARIA FARABBI E LUCA GAZZINO |

I testi raccolti in questo volume sono il risultato di inviti personali e di una selezione tra i numerosi contributi giunti attraverso la rete in adesione ad una proposta di condivisione su un argomento di esperienza sensoriale attinente alla sfera della percezione visiva o della sua assenza. Una novità editoriale tale perché ho avvertito l’urgenza di conoscere – e di far conoscere – le emozioni/sensazioni più lucenti che, spesso, traggono origine dalle regioni più profonde de’intimo, e per questo delegate al buio. Un pungolo, quindi, la nostra proposta alla quale gli autori hanno risposto risalendo dal pozzo in cui l’interrogativo li ha sospinti, dal cui fondo un occhio di luce, per quanto distante, diventa guida per l’emersione. E non è un faro di ribalta quell’occhio: è speranza, vita riannunciata, rinascita oltre le tenebre nelle quali, troppo spesso, ci si trova soli. In tali situazioni, più che in altre, trova conferma l’imprescindibilità della parola: potente strumento di comunione. Come editore vivo nella parola scritta; come persona mi nutro dell’altrui parola scritta; nei testi qui raccolti vengo accompagnato in un percorso ascensionale, ma consapevole dell’esistenza di un baratto che – nelle numerose testimonianze – viene sì inteso come punto di ripartenza, ma anche come luogo nel quale è necessario fermarsi per ascoltare ed accogliere la spinta interiore per riaffiorare. E per questa sosta insieme, ringrazio le curatrici, gli ospiti, gli autori, tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di un volume che, personalmente, porto inciso nella mente e nel cuore. Michelangelo Camelliti
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