da ANGELS OF YOUTH
Al Lettore Fra due tangenti oscure senz’amore di comunicazione brusìo meccanico, palcoscenico. Facile cambiare d’equilibrio, umore, postazione macchie d’un tempo invertebrato. Nessuno, tranne me, potrà documentarne lo sbrindellìo disperso scorie sbadate, sbandate…ripassa lo stesso bus di poco fa che chiude ogni speranza di spezzare l’assedio. Dunque, fraterno ipocrita lettore, nulla di nuovo. Ti riconfermo che Tutto avvenne per sbaglio o imitazione. To the Reader
Between two indistinct poles with no desire to communicate a machine-like buzz, a proscenium. Easy to alter the balance, mood, stance traces of an invertebrate time. No one but me can record the scattered shreds the careless waste dispersed… the same bus from a moment ago comes around again ending all hopes of lifting the siege. And so, my fraternal, hypocritical reader, nothing’s changed. I can confirm that Everything has happened by error or imitation.
Ceres
Vorrei parlarti, amore, di come un attimo si fa spasimo e scintilla oltre il gesto e il pensiero d’amarti.
Ceres
I wish to tell you, my love, how an instant turns to spasm and spark beyond the act and thought of loving you.
Inwood
Mute organizzate cineserie fermo pulsare di foglie dolenti di fronte a me sgomento che scrivo, dimentico del chi sono e chi vivo un attimo nuovo già vela il precedente e son qui a ricalcare orme che Tempo sospende. Freddo, noia, stordimento. Amo questa quieta neve che scende.
New York, dicembre 1987 Inwood
Mute, ordeley chinoiserie steady pulse of poignant leaves facing me as I write, amazed at forgetting who I am and who I am living a new instant already veils the preceding one and I am here to retrace footprints suspended by Time. Cold, bored, stupefied. How I love this quiet, falling snow.
New York, December 1987 Erano ragazzi quelli che giocavano laggiù, oltre l’inferriata. Uno di loro, certo il più ostinato, batteva uno stecco contro la ringhiera: un colpo secco e ripetuto per ogni combustione soffocata nel brusìo che tramava intorno. Ma poi d’improvviso si udì un rapido Scalpiccìo, un farfuglìo di foglie e rami secchi, un brivido, forse una serpe in fuga o forse un ragazzo sui pattini apparso scomparso ai miei occhi.
Inwood Park, New York, aprile 1987 They were just kids, playing down by the fence. One of them, the most obstinate for sure, kept beating a stick against the iron railing: one dull, rhythmic stroke for every spark smothered out by the rustling buzz all around. Then suddenly a swift shuffling was heard, a murmur of leaves and dry branches, a shudder, a serpent fleeing perhaps or perhaps a boy on roller skates appearing disappearing before my eyes.
Inwood Park, New York, April 1987 Affacciato da questa ovale altura dove tutto frana e sfuma dovunque in digradante armonia ogni cosa richiede d’essere nominata in dettaglio o cancellata in pura visione d’insieme un trenino elettrico quello che scivola piano in silenzio laggiù su rotaie di gomma e poco più che giocattolini le macchine che sfilano senza rumore in lontananza. Qui tuttanatura s’accascia in spettacolo imminente, e muta Pulsa respira.
Monte Porzio, 14 aprile 1987 Looking out from this oval summit where everything fades and gives way everywhere in descending harmony everything clamors to be named in detail or erased in a single sweeping vision the little electric train slowly gliding down on its rubbery tracks and cars no more than tiny toys silently parading by in the distance. Here all-nature collapses into spectacle – imminent and mute it pulses, it breathes.
Monte Porzio, April 14, 1987 Padre-sequenza (Per Gennaro Fontanella 1911 - 1970
Ti penso stasera fra macerie lordate di sangue innocente cementosi interstizi d’allucinanti esattezze gratuite violenze, mentre guardo alla geografia sgarbata e rapida e sporca di questa città del futuro già morta. Mi avresti mai immaginato qui? eppure che grande impostore il tempo! Attaccarmi a quel dito nodoso che mi portava in giro per il mondo 1. Mio padre ebbe molti amici nemici ne ricordo uno in particolare di nome Grossi soffriva anche lui d’ipertensione e di altri acciacchi, forse; scimunito munito d’un sorriso melenso ti parlava sempre di rimedi e medicine da lui dottamente esperite sottilmente compiacendosi, così, di quest’ammirazione dell’altrui salute e forse anche pensando meglio a te che a me. Ma poi anche lui morì. 2 . Stamattina ti ho improvvisamente riconosciuto in una mia espressione casualmente catturata allo specchio in rimbalzo veloce atroce nella sua nuda comunicazione: lo sguardo triste sul tuo sorriso sempre ottimista. Possibile che debba capirti meglio oggi dopo quasi vent’anni trascorsi un po’ lontano, un po’ solo, un poco egoista? 3. Mi scopro a ripensarti all’età mia di adesso cogliendo con orrore la spietatezza del tempo e la pochezza che mi resta. Nel ‘54 con già quattro figli da sfamare partivi per il lavoro ogni mattina in lambretta senza cappotto proteggendoti con fogli di giornale che t’infilavi sotto la giacchetta. 4. Troppo presto ci mancasti e forse oggi sei stanco d’esser morto ma vedi, or non è molto, da me promosso ritornato appari in un altro volto che ha un po’ di te e un po’ di me adesso Monte Porzio-New York-Monte Porzio, giugno/dicembre 1987 Sequence for My Father (To Gennaro Fontanella 1911 – 1970 )
Tonight I think of you among these ruins stained with innocent blood mortared chasms of dazzling precision pointless violence – while I regard the coarse, dirty, and rushed geography of this city of the future already dead. Could you ever have imagined me here? And yet what a great imposter time is! If only I could hold onto your gnarled finger that once took me all around the world. 1. My father had many friendly enemies. I remember one in particular named Grossi, he suffered from hypertension too and other aches and pains, perhaps; foolhardy and armed with a fatuous smile, forever talking about the medications and treatments he had been clever enough to try gaining thus a subtle gratification from ministering to the health of others and perhaps thinking “better you than me.” but later he died too. 2. Suddenly this morning I recognized you in my expression incidentally caught in the mirror in a quick double-take appalling in the nakedness of its communication: a somber gaze over your cheerful smile. Could it be that I understand you better today after spending almost twenty years some distance away, a bit lonely, a bit selfish? 3. I find myself thinking about you at my age now recognizing in horror the mercilessness of time and how little I have left; in ‘54 already with four children to feed, you’d leave for work every morning on your Lambretta no coat slipping newspaper pages under your thin jacket like a shield. 4. You left us too soon and maybe now you’re tired of death but, you see, it hasn’t been that long, at my urging you reappear in someone else’s face that has in it a little of you a little of me. Monte Porzio-New York-Monte Porzio, June/December 1987
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