Codici riemersi All’area che non ritrovo ombre nere la mia quiete e voci cupe profonde e soltanto per me codici binomi da evitare mi usi ancora come base e l’approdo al tuo mondo con una replica del mio futuro al tuo fianco, a farsi crescere prepotente come se non avessi mai visto la parte migliore – e straziante – del nostro enciclopedico cercarsi La mia continua rinascita nei tuoi punzecchianti rimproveri al mio niente Mi deridi, emozioni nei risvegli? Nei pomeriggi di mezza estate richiami le tue donne alla mia sincerità che ti diranno dei miei Falsi progetti che adesso dovrò eseguire Lei ti chiede di staccare la spina e io non saprei se consigliarti di seguire il tuo labirinto o trovare ancora nei nostri sguardi l’esilio al peggio Inutili occasioni
Ho imparato che c’era il mio entusiasmo che ho ritrovato lontano mezza giornata più in là, ogni volta che dimentico mezza giornata lontana dopo ore di veglia senza ragioni sono con te e gli altri scomparivano mi ricoprivo di un mantello azzurro e lo mettevo per terra e non volevo che ti macchiassi dei miei voleri cercavo di darti il mio foglio bianco e lo hai almeno adesso che non posso più vederti mezza giornata lontana chissà se gli darà la tua forza il mio non volerti dire nuovo respiro Oggetti e personaggi
E sembrava di vedere meglio la luce delle cose, oggetti e personaggi L’appartenenza non esisteva Le foglie degli alberi sfavillavano avevano un contorno netto e mobile facevano parte di un sogno ricordo, di ricorrenze portate dalla natura possenti ali di germogli acuiti dalla possibilità di villeggiare in prossimità delle tue funi di derive e primatismi Immobilità Non so cosa sia cambiato un ricordo di foreste di disimpegni da accendere all’arrivo di ferme gambe novità per te e io qui senza aspettare nessun’altro ricordo o movimento di vitalità di alcun tipo vieni e vai mi porti le tue ipotesi di lavoro di terra e mani lavoro sulle copie di noi due che non ci siamo se non in elettricità disperse inadempienti all’uso civile alle convenzioni ameni alleati senza speranza non ti cercherò ma ti risponderà il mio vero riassemblarsi di emozioni. Territori
Ti vedo A due costellazioni di distanza Inseguo la tua corsa Che è un ricordo E tu, i tuoi vesti usati Da altri factotum della speranza Mi scrivi di stracci portati dalla mia controfigura Specchiata nei ricordi di un esame rifiutato Quello della tua casa Paradisiaca attesa che mi spinge a non restare Ho fatto tutto tranne il passaggio di consegna Qui deformo bozzetti Qui assicuro sorrisi ai miei Qui attiro la postilla al futuro Modero i premi per i più ribelli Li modero per scacciarli E annovero te tra un anno e un po’ di fumo Li correggo, quelli che non mi deludono, li combino ai germi della mela matura e ignoro lei, la sua infanzia che invidio mantenuta ad adozioni mandibola di germoglio ferita anch’io, ma lo dimentico il mio straccio, lo dimentico (era fatto apposta per scacciarvi) Ve ne saranno degli altri Che tengo nel baule del mio terriccio. Binomi
Retrocedo mentre li usi per la vigna di un mondo fine a se stesso e là che c’era uno più severo ma meno fumoso più sincero perché disinteressato raccolgo quello che resta per un po’ di passi indietro non ti preme denigrare ciò che hai già dato ancora piano, serpenti di una natività abortita immagini all’autunno o estate privata inadatta al suo riso ora che c’è dell’altro più succulento perché spianato mentre qui c’era soltanto un barlume di domada Fontane di piombo
Sono scappata, anche se voi non lo sapete, e sono ancora lontana, dove non c'è orario, e la quiete è il mio fare. Dove lei che c'è già stata ha scelto di vivere. Mai lo farei ancora, ho immagini di noncuranza tra le dita, pollici che non sanno dove stare, tra quali mani riaffondare. Un sorriso dall'altra parte del tavolo mi rende almeno la favola del mio cavaliere azzurro, catching my thought. Posso sorprendermi a rifare il mio stesso sacrificio consapevole dell'arrivo? Stragi senza motivi, cause del male, della distruzione, distrutti anche i nostri ideali, riconoscibli dal mondo, comprensibili a noialtri disarticolati nelle sere che finiscono in libri degli altri, incapaci di deificare il nostro Enea. (Ora ne ha degli altri, di libri, e di polveri da ignorare. Io resto a deambulare nel farsi degli altri, vecchi, inaspriti.) Strange roles of my shadows.
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