La rosaneltango, canzoniere, studio calcografico urbino, 2008 I. Il pifferaio magico
Ninna nanna anima mia suona l’aria che mi separa da lei soffia via i papaveri perché rossa la sua notte tra i petali aprirò E se ha il sonno nel cuore lo sveglierò baciando il suo fiore segreto Ninna nanna anima mia che nasci e corri via da me da me che sono un clarinetto figlio del diluvio e del fuoco figlio del diavolo che addomestica l’inverno e il drago figlio del dio che fiorisce la ruggine e il gelo figlio del dio che incanta il topo nerissimo buio dentro di me Con un nodo di grano andrò a meravigliarla a profumarla di giallo e di pane a tatuarla sfiorandole il collo e riderà bellissima con l’estate intorno con tutto il mio amore intorno ninna nanna anima mia suona mentre la sua piuma danza e danza e danza II Il vento e la farfalla
Ho visto il vento il vento il vento prenderla all’improvviso renderla trasparente e subito dopo chiuderla in un pensiero zitto e attorno ad un bicchiere di Porto fumando me fino all’alba l’ho vista rossa precisa come una femmina felina dentro un tango spogliarsi in una stanza d’albergo uscire dall’inferno più potente di una dea che crea il miracolo L’ho vista all’aeroporto di Lione azzurra azzurra con una gonna di seta nuvola per tanto vento strapparsi per me il suo amore dalla bocca volarlo fino al muso dell’aereo di Saint Exupery trasformarlo in farfalla Ho visto e non so non so più di questo di lei se il suo amore è stato vento o farfalla se il suo amore è stato vento o farfalla III. Il fuoco nella rosa
Piccola rosa che fiorisci rosso la primavera nella sua bocca germoglierò le stelle sotto la sua gonna e una cadente luminosa cometa o lucciola il profumo della sua notte umida e profonda bacerò il fuoco vivo nella sua fosforescenza Le verserò sul seno la mia borraccia di mare il vino che ho trovato in un pozzo del deserto la goccia di miele della più segreta ape e il canto delle sirene che mi hanno insegnato ad a/mare bacerò con la mia lingua che suona lunghissima camaleontica che suona leccando l’estate del suo corpo il cuore il cuore della sua piccola rosa IV. Per sempre
O è la nebbia dentro cui scompari appari un lampo un fuoco d’artificio vieni a me che mi trovi sul ponte di un destino vicino vicino ma mai mano nella mano interamente con te o è la neve che sale da terra a rovescio verso il cielo in un gelo che mi ferma il passo nel pensiero di te o è il tuo piccolo morso che torna da solo a crearmi una festa una scia sul collo il paradiso per sempre che splende un secondo per sempre per sempre o è la pioggia di quante lacrime ho… non so… se è questa acqua che diluvia dal cuore la mancanza feroce di te che ti bagna per sempre per sempre tutte le labbra o è per sempre per sempre la voglia di te V. Il marinaio
Ancora una parola amore mio e parto vado di nuovo a creare il mio giro del mondo porto ancora il mio clarino e il mio respiro per chiamarti nel suono e nel sonno da qui a lì in un secondo giuro ti prometto giuro che torno. Ti saluto con un bacio un bacio un bacio fino a scioglierti aperta prato nel prato. Stai tranquilla cara dolcissima sposa che un anello di pane e una lacrima d’oro lasciandoti ti suonerò. Ormai sono gia lontanissimo amore mio navigo il mare la tempesta e il petrolio tra i pesci che mi vengono incontro con il sole e la notte addosso il sale e le stelle a dirotto. Ma per il tuo rosso terrestre il tuo tango rosso il tuo rosso ho deciso che torno che torno che torno. VI. Il paradiso terrestre
Ma cos’è questa mela d’amore in fondo in fondo che mordo e giro tra la bocca e le mani mentre il serpente cerca eva io la prendo nel bosco e ridendo le suono oro diamanti e ogni mio lusso Qui cammino con lei scalzo per terra mentre laggiù c’è l’abisso qui volo con andata e ritorno dentro il nostro nodo profondo qui l’urlo del gallo annuncia allegro la luce nel mattino qui il canto del cigno lumeggiato da Sirio dice che vivo Giorno e notte lei gode e io la vivo la rido cos’è questa infinita melagrana che goccia miele e zucchero rosso una rosa tango in bocca a me VII. Il racconto del noi
C’è un racconto lungo tra i tuoi capelli neri: è il vento nel nostro viaggio tra i quattro elementi. Non importa dove sei ovunque ti riconosco l’odore dopo il tuo passo così come muovi il corpo respirando C’è un tuo gesto lentissimo e profondo sento un tango jazz tutto nostro dentro cui ogni volta mi arrendo e mi cade dalle mani per il tuo amore tutto il mondo Non fa niente se ho già cento cento cento anni e dentro ogni giorno ancora cresce il tuo volto sento la nostra casa l’intimità dentro il segno un bacio nella conchiglia del letto C’è un dono fiorito nel mio occhiello da cui sporge il tuo nome che chiamo chiamo ti amo anche in silenzio VIII. Ballando Comunque in ogni notte ci sarà sempre una stella che nevicherà giallissimo dentro i tuoi occhi mentre ballerai una mia curva di jazz nel tuo tango mi berrai tanto fino a bagnarti il cuore Ovunque in ogni notte ti verranno incontro le mie onde tra il vento e la luce improvvisamente camminando Milano sullo specchio di asfalto gli spruzzi della nostra dolcissima febbre Vivrò con la precisione di una rondine verrò con la leggerezza esatta del volo dall’Africa fino a te nido per sempre come un’estate improvvisa limpida come un’ustione che danza in un lunghissimo bacio in bocca mezzogiorno di festa arcobaleno lampante carnevale il profumo del nodo l’oro la felicità liquida come una goccia del tuo tango nella coppa del mio jazz mentre ballerai sulla linea della mia mano il tuo tango mi berrai tanto fino a bagnarti il cuore per il tuo infinito tango mi berrai tanto fino a bagnarti il cuore
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