spacer.png, 0 kB
spacer.png, 0 kB
DALLA MONOGLOSSIA ALLA SINGLOSSIA DI ALESSANDRO GAUDIO

 

Dalla Monoglossia alla Singlossia


Si tratta di una voce dotta, composta tramite la preposizione greca σύν ‘sin-’ e γλώσση, dativo di  γλωσσα ‘lingua’, che indica la sintesi di linguaggio visivo e linguaggio verbale. La s. nasce dalla necessità di superare sia il carattere lineare della percezione del reale – così come è praticata dalla poesia tradizionale, «monoglossica» (o, se si vuole, unilinguistica) –, sia la semplice concomitanza di più linguaggi, definita «paraglossia» dalla stessa Apicella. È la risultante di tre vettori convergenti: quello idosemantico (o visivo), quello fonosemantico (o verbale) e l’asse diacronico (legato alla necessità di inserire il nuovo linguaggio nel tempo vissuto); il senso, così scaturito dalla compresenza dei tre fattori, risulta in maniera esplicita e induce a uno scarto, a un impegno mentale che promuove sempre il superamento della componente ludico-linguistica e, con essa, del versante pigro, disattento della percezione: tale torpore è stato rimproverato di frequente dai cultori della s. alla Poesia Visiva (praticata da Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Giuseppe Chiari e da altri artisti raccolti intorno al fiorentino Gruppo 70), troppo incline, a sentire i fiancheggiatori di «Intergruppo», al composto soliloquio e alla ricerca del godimento estetico nell’annientamento.
Il fatto che l’immagine proceda insieme alla parola e che il nuovo segno rifiuti la prospettiva extraspaziale ed extratemporale della Scrittura Visuale rende la s. un linguaggio facilissimo, oltre che al passo con i tempi e informato. Questa semplificazione del linguaggio poetico si basa sulla convinzione che un processo analogo stia attraversando il linguaggio quotidiano: tendenza che passa attraverso una serie di fenomeni, identificati nella sintesi rigorosa, nella sua forte carica allusiva, nella già citata paraglossia (la necessità di una spiegazione visiva della sfera verbale), nella complementarità dell’elemento verbale e di quello eidetico. Queste molteplici componenti si pongono anche all’origine della Poesia Visiva e della Scrittura Visuale (che non sono altro che singlossie di tipo elementare). Rispetto a queste forme espressive però la s. aggiunge la dimensione temporale, l’informazione storica. La dinamicità del messaggio dà luogo a una s. di tipo complesso, la s. propriamente detta, oggi praticata essenzialmente dalla cinematografia, dai fumetti e dai grafici degli spot e delle sigle dei programmi televisivi e, sin dagli anni Settanta, dalla cartellonistica e dal ciclostile.
Certo, le categorie semiologiche e un po’ asettiche impiegate dalla Apicella per definire il nuovo fenomeno tradiscono la sua volontà di farne una sorta di prodigio scientifico, tecnologico, che fosse in grado di riconnettersi alla realtà quotidiana e che prendesse definitivamente le distanze da ogni sperimentalismo, inteso come fenomeno di punta che postula una certa leadership, un sicuro isolamento e uno svuotamento di contenuti del senso della poesia; che, insomma, si allontanasse dal «mitico Medioevo preraffaellita» e dai «giochetti parapsicologici» della Neoavanguardia, specialmente quella «ermetica» del Gruppo ’63 (con Sanguineti e Balestrini in testa), nonché dal «neorealismo» (che, secondo Pietro Terminelli – un altro degli intellettuali che inizialmente gravitavano intorno all’esperienza di «Intergruppo» –, comprendeva anche gli approdi di Pagliarani) e dal «neocrepuscolarismo» (in particolare di Giuliani).
La s. mai indugiando in «riccioli di parole», solleciterebbe la riflessione, la meditazione sulla realtà, oltre a esigere il rifiuto «di tutte le consuetudini mentali nelle quali gli uomini di cultura sono artificialmente cresciuti». Attraverso un doppio spostamento dal codice verbale a quello visivo e viceversa, infine, essa propone una riconsiderazione del reale che ne allarga le maglie e, giocando sui nessi di superficie, vi include quel margine impossibile, perché inedito, spesso emotivo e mai convenzionale. Oggi la fortuna della parola è legata esclusivamente alla diffusione (invero limitata) delle singlossie di Apolloni che, con il supporto grafico di Pietro Cerami e di Roberto Zito, continua a praticare questa forma di poesia.
         
                                                                            Alessandro Gaudio

 

 
< Prec.
spacer.png, 0 kB
spacer.png, 0 kB
 
Web Design by Ugo Entità & Antonella Ballacchino - Web Master by Miky
download joomla cms download joomla themes