UGO ENTITA' |
NELLE IRIDI
Inclusa e ferma Un’ala dell’insetto dell’amore.
da ACROCORO, pag. 67 – Rosso & Nero Edizioni – 1995 - Presentazione di TERESIO ZANINETTI
CERCO PAROLE
Arsa di sale, Percorro itinerari di silenzio Nella livida alba remota, Acciottolati di desiderio Raccolgono schiume molli di frangenti E il tramaglio disperso Accoglie stelle.
da ACROCORO, pag. 18 – Rosso & Nero Edizioni – 1995 - Presentazione di TERESIO ZANINETTI
FINESTRA
Alla finestra Dove cova la morte.
da ACROCORO, pag. 66 - Rosso & Nero Edizioni – 1995 - Presentazione di TERESIO ZANINETTI
MATTINO
All’occhio mago Che raccoglie la notte. Sul velluto del desiderio Orgasmi di luce risvegliano il mattino.
da ACROCORO, pag. 27 - Rosso & Nero Edizioni – 1995 - Presentazione di TERESIO ZANINETTI
MEMORIE
Del fiato dei boschi E succhi di farfalle Per la leggerezza della memoria.
da ACROCORO, pag. 53 - Rosso & Nero Edizioni – 1995 - Presentazione di TERESIO ZANINETTI
GRAFFITI
E’ la luce che manca A queste terebranti Albe. Navigo all’acrostilio E bisogno dell’uomo Resta il segno Inciso sulla pietra primigenia.
da ACROCORO, pag. 58 – Rosso & Nero Edizioni – 1995 Presentazione di TERESIO ZANINETTI
PAZIENZA
Compilo assegni Di nuda pazienza giornaliera Mentre Il crivello della vergogna Consegna pezzi di recente Storia.
da ACROCORO, pag. 13 – Rosso & Nero Edizioni – 1995 Presentazione di TERESIO ZANINETTI
DELLA NOSTRA PRESENZA
Piazzali di biscotto E penniseti Sedano tumulti e virgole. Introspezioni Circoscrivono passi Di retorica isocratica E ti prendo la nuca e respiro i capelli E restiamo comete A circoscrivere ellissi In pagine di giorni Dove la storia è iscritta Della nostra presenza.
da IL BULINO DI SELCE, pag. 58 - Libroitaliano Editore, collana Zèfir – 2004 Presentazione di ROBERTO SEVERINO
Scaglia Onde lunghe e nuvole Nuotiamo, fratelli dei delfini, Al largo Senza indizio di riva, E, nel profilo della luce, Percorriamo moti ricurvi Di universo Con la spalla che fende E scintilla le gocce. Lontani Altri moti e altre nuvole Grevi nuotano a noi. Essenze Di entità disperse E unite Solo nel moto dell’andare.
da IL BULINO DI SELCE, pag. 18- Libroitaliano Editore, collana Zèfir – 2004 Presentazione di ROBERTO SEVERINO
PIETRA SACRIFICALE
Infinito orizzonte del deserto Gemmato altare di arenaria e opale, Tra insanguinate nuvole, Rallentando il galoppo Dietro absidi scolpite nelle dune. Iscrizioni dell’attimo segnate Dai cuneiformi zoccoli leggeri Dei tuareg, tra sabbia e cielo. Il cammino declina Colme otri di secoli.
da IL BULINO DI SELCE, pag. 33- Libroitaliano Editore, collana Zèfir – 2004 Presentazione di ROBERTO SEVERINO
C’è una pece sconfitta Di trame E una gloria intessuta Di bave Di lento paese Che muove sindaci E muschi Negli angoli umidi, E felci fossili. Nei solai di chiese Sconsacrate Deiezioni di topi Metamorfosi E ragni.
da IL BULINO DI SELCE - pag. 31 - Libroitaliano Editore, collana Zèfir – 2004 Presentazione di ROBERTO SEVERINO
NELLE NUVOLE
Nelle stoppie dei passi, Nell’abbacinante lucore Di questo Sud Di specchi di frangenti Danzanti sui ciottoli di rive Snodate nel deserto delle curve. E di gabbiani senza grido Riverberati nelle nuvole.
da IL BULINO DI SELCE - pag. 26 - Libroitaliano Editore, collana Zèfir – 2004 Presentazione di ROBERTO SEVERINO
SFIDA CADUCA
Dirizziamo le vele al largo mare Arrembando emozioni Nella rotta Al muro di maestrale Per carpire parole alla tempesta E nell’assalto di avventura, Prediamo onde E succhi di sargassi. Sfida caduca al segno Delle colonne d’Ercole, Svanite.
da IL BULINO DI SELCE - pag. 38 - Libroitaliano Editore, collana Zèfir – 2004 Presentazione di ROBERTO SEVERINO
IL NOME ( NEFERTITI ) 14-03-2003
Dal viaggio siderale Ho trovato il tuo nome Graffito Nella grotta del tempo Ripetuto in cui vivo. L’ho cancellato con le dita nude Senza averlo riletto Che una volta soltanto Nella mente.
COLLINE (09-03-2004)
I pendii sfumano E il connubio infittisce. Le parole tramontano la luce E tutto è insieme trasversale E univoco.
Dove il tempo si ferma e si rifrange Dove l’attesa è l’umido canneto Del presente pungente, dove i pensieri Piume di gabbiano Sono schizzi tra vele e tra i cordami. E’ la luce che rivela l’altezza, la distanza E l’abisso del Lete. E’ la luce che mi vela lo sguardo Di levante, tra i gabbiani.
Ugo Entità è un poeta che usa le parole e le immagini con sapiente e calibrata disinvoltura,… per intridere di volontà propulsiva, la scansione ritmica di un verso incisivo e tagliente… TERESIO ZANINETTI - Presentazione di "ACROCORO" Rosso & Nero Edizioni – 1995
FLAVIA LEPRE - Recensione di ACROCORO - La Procellaria !996
LUCIA BATTAGLIA - Recensione di ACROCORO - "Il Giornale di Ostia 26 Aprile 1996
ROBERTO FANECCO - Presentazione di AROCORO - GSA Master News 1996
ANNA MARIA DE VITO SCHEIBLE - Presentazione di ACROCORO - AEROPAGO Ag. Sett, Ott. 1996
ROCCO GIUDICE - recensione di ACROCORO su Tutto Spettacolo 1997
ANGELO AMICO - Levità e Classicismo nella Poesia di Ugo Entità – Tutto Spettacolo – anno 2000
Curiosità, ricerca continua tra la materia e l’intangibile “cerco parole sulla sabbia arsa di sale”, questo il punto di partenza dell’incessante girovagare esistenziale di Ugo Entità…emerge la forza dell’io e con essa la consapevolezza di appartenere alla materia intesa come spirito guida nel suo continuo mutare. Divenendo altra forma, essa è carne ed è dio. Ecco che ad una realtà individuale si aggiunge una realtà cosmica, diviene un percorso obbligato: io-ambiente-spazio-cosmo-galassie… ANTONELLA BALLACCHINO - Articolo su Ugo Entità - Primum
ROBERTO SEVERINO - Presentazione di IL BULINO DI SELCE - Libroitaliano Editore – 2004
FRANCO SPENA - articolo sulla Poesia di Ugo Entità - Libertando
Quella di Ugo Entità è vera e autentica poesia che non si richiama a nessun modello letterario precedente, ma s’impone all’attenzione del lettore e del critico per il tono, il modo, la struttura e la tecnica espressiva totalmente personale che avvince e convince. Il poeta aziona un manipolo di meccanismi lirici nei cui ingranaggi il flusso delle osservazioni realistiche si frange e si ricompone in confezioni stilematiche originali, procede per sbalzi di sinestesie e metafore in cui sembrano sostare vertiginosi avvitamenti in densi nuclei espressivi, animati da una travolgente forza elaborativa. L’elenco delle esplicitazioni esaurienti emerse dalla infilzante lettura del reale, brucia legami distorti e ricompone accordi sgorgati dalle scintille delle analogie, necessarie a coordinare linee denotative e connotative delle cose e degli eventi intrecciate in fulminei coaguli didascalico-elegiaci, dove la forza della ragione fissa onde emotive e zigrinature sentimentali in immagini di metamorfosi naturalistiche di crudo realismo. Balugina nelle rappresentazioni il fantasma di un Sud, danzante su specchi e “ciottoli di rive”, dove la decrittazione dell’enigma di una terra felice o disperata perdura nell’ambiguità oggettiva, spesso, l’apparente serenità della luce che brilla nella patinatura di versi lussureggianti e oracolari, si protende quasi lietamente sull’abisso, senza comunicare il percorso della segreta dannazione, ma con la forza di una colloquialità in apparente, ma direttamente nutrita di illustrazioni orchestrate con binomi monousi e con saldature nominali e verbali di assoluta originalità, tipiche del poeta indiscusso. Si vedano a tal fine, le lucuzioni figurali: “Stoppie di passi”, “corsari di versi”, muschi archimandriti”, ecc …che, assieme al gioco delle assonanze, dimostrano la non accostabilità a nessun altro poeta.
Le immagini affascinanti, spesso forgiate con neologismi, incastonati nel lampo dell’invenzione simultanea e tagliente e convocate a scandire una pluralità tematica, servono ad epifanizzare il percorso dell’uomo dalla dimensione della caducità alla trasparenza metafisica dell’universo, dopo aver attraversato spazi e precipizi, che non sono riusciti a trascinare il poeta verso il nulla, che invece, è emerso alla luce celeste, con la sacralità della parola poetica preziosa ed alchemica. CARMELO ALIBERTI sulla poesia di UGO ENTITÀ su “CENTO POETI PER L’EUROPA DEL TERZO MILLENNIO ( Il Convivio 2007)
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