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IGNAZIO APOLLONI To: GIANNI BONINA |
Original Message From: Ignazio Apolloni To: Gianni Bonina Sent: Monday, September 01, 2008 5:53 PM
Era tempo che si sfatasse il mito di Tommaso Landolfi e del suo assiolo. Persona amante delle tenebre; aspirante suicida (con ciò che li delizia nell'approssimarsi della loro morte, alla stregua di un Bufalino o un Sandro Penna); figlio di un Leopardi del quale ha mutuato il pessimismo ma nient'affatto avventuroso a oltranza alla D'Annunzio (che almeno in vita ebbe ai suoi piedi - e non più attorno alla sua tomba - ben cinquecento donne e molte foglie di alloro); giocatore d'azzardo il quale pensa che anche con la letteratura si possa giocare d'azzardo; divenuto mestierante quando ebbe a perdere non solo somme consistenti al casinò perché a un certo punto gli venne meno la spontaneità originaria. Nel panorama estetico della letteratura italiana (con pochi classici e una deriva in atto che si dibatte tra post-neorealismo e mancanza di idee; tra puerilità data dai romanzi di formazione sempre più frequenti e quelli detti di iniziazione; tra mode, politica e storia senza alcuno spessore perché non servono a rendere più fruibile e godibile il mondo; senza false illusioni che la letteratura possa divenire il volano del futuro) il Landolfi rappresenta certamente un outsider senza per questo divenire un esistenzialista alla Sartre. Insomma un mitomane: nel senso che fece di sé e dell'assiolo il mito al quale si ricorre sia per decifrarlo che per (de)cantarlo. Purtroppo la letteratura è solo una delle tante arti delle quali non può farsi a meno senza il pericolo di rientrare per assorbimento nel regno animale o vegetale. L'euforia finisce con l'essere dannosa - specialmente se al servizio della speculazione editoriale o galleristica, museale o concertistica. Basterebbe ricordare figure come Joyce o Beethoven per dire come i grandi finiscono col tempo a rimanere grandi ed anzi a divenirlo sempre di più. Il suo articolo-saggio dell'8 agosto apparso su L'Unità, seppure con la dovuta eleganza, spazza il mito del Landolfi e lo sistema tra i prodotti dell'entropia: problema da psicoanalisi, dunque. Si abbia perciò le mie congratulazioni. Ignazio Apolloni
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