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MUSARDO - SERAFINI - CHIONNA - ISSALATA: TESTO DI FRANCO SPENA

 

Il tempo sembra essere uno dei motivi conduttori  che può legare quattro artisti che espongono presso l’ Istituto Europeo Promozione Arte Contemporanea di Catania diretto da Virgilio Anastasi. Una nozione che modula la loro ricerca per vie diverse; un tempo inafferrabile e fuggevole nel presente, ma nel contempo, nozione indelebile che costruisce la memoria e l’identità della storia. Affascinante legame anche, che ci riconduce a un passato arcaico rielaborato come citazione, come frammento che costituisce la tessera di un racconto da ricostruire o come traccia che scava segni profondi nella materia.


Vincenzo Musardo sembra mettere insieme primitivi racconti che riconducono a una stagione dell’uomo nella quale la vita e il mito costituiscono una memoria antica ricca di evocazioni. Le immagini compongono quasi un museo di reperti che sembrano affiorare per le vie di un colore macerato che sa di corrosione e di pietra, e che mette in evidenza una luce che affiora e che scandisce le forme di frammenti come reperti accostati con l’attenzione e lo stupore di un archeologo che li scava e li ritrova.

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E’ la stessa atmosfera cromatica, in fondo, che si respira nelle opere di Giulio Serafini che cerca però vie di cielo per rielaborare quasi un sogno celeste che va oltre la terra per cogliere armonie antiche perdute forse fra i pianeti. Appare la ricerca di una essenzialità attraverso la quale la materia e la forma sembrano riacquistare una purezza che vive oltre il tempo e che anima composizioni che richiamano l’aspirazione dell’uomo verso un eterno del quale sente di essere parte.

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Un senso di eterno che si legge anche nelle sculture di Leonardo Chionna che scava nella materia quasi per coglierne l’anima antica che, per stratificazioni successive diviene storia  e costruisce gli eventi che conducono all’oggi. I bronzi e le terrecotte appaiono quasi immagini scarnificate di una verità che, pur rivelandosi, continua a mantenere il mistero di un tempo che tuttavia non si riesce a fermare.

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Il tempo, veloce e indefinito, disegna continuamente l’uomo, lo cancella e lo sconvolge, lo rinnova e lo dimensiona come segno nell’aria e rende inafferrabili le figure di Carla Insalata, effimero con-formarsi di segno-colore, tuttavia vibranti , nella velocità del loro inverarsi nella superficie,  nell’essere e non essere in  un’inquieta atmosfera metropolitana. Attraverso una pittura veloce e gestuale, l’artista sembra volere cogliere  le figure nel loro configurarsi in una temporalità che è passaggio e continuo movimento in un presente che, così come le rende visibili, allo stesso modo le dissolve, attimo dopo attimo, come flusso che genera ritmi e percorsi di colore e di visione nell’aria.

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 La mostra è realizzata in collaborazione con Artisse Arte Contemporanea s.r.l. 
                                             

FRANCO SPENA

 

 
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