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ALDO GERBINO

 

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Dalle “spume marine dei libri”, di questi e altri libri, nasce la voce di questo poeta d’eccezione, che dal mar di tutto il senno di cui parlò Dante distilla il nutrimento per le sue parole: piccole gocce d’acqua in cui si fondono medicina e letteratura, scienza e filosofia, incanti privati e pubbliche indecenze.
E’ un altro mare, insomma, quello in cui si trova il nuotatore incerto di Aldo Gerbino. Non è l’incanto di cobalto di una Sicilia piena di colori, ma una “impervia metafora del mondo”, un liquido amniotico primordiale in cui galleggiano forme vitali, biologiche morfologie, “lattiginose presenze”, precipitate a volo da Chi distillò quello che noi chiamiamo vita: “triturazioni disperse in invisibili alambicchi”. A partire da titolo, però, c’è un’interrogazione di fondo che squaderna la pacifica lettura delle cose al filtro delle scienze a lui familiari, perché riguarda piuttosto quella sorta di archetipo del “gran mar dell’essere” di memoria dantesca (Par. I, 113), dove ogni creatura, anche la più insignificante, concorre alla suprema armonia dell’universo: “onde si muovono a diversi porti / per lo gran mar de l’essere, e ciascuna / con istinto a lei dato che la porti”. Verso questa armonia, che sembra travolta dalle dissonanze, si dirigono i pensieri di Aldo Gerbino, i suoi dubbi. Quale fu l’istinto dei tonni nel seguire la rotta che porta alla mattanza? E sulla riva, a quale armonia concorrono le larve prossime a contaminarci, i denti aguzzi di volpi, le trappole, gli occhi tenebrosi, l’apparente ebbrezza del non morire? Sul monte della Genesi il Signore vedrà ancora il mare richiudersi sul capo di chi volle seguire virtute e conoscenza, “il colare a picco / per gorghi e flutti”, il volto gentile di Paamun, giovane egizio morto annegato “nel lieve mortale gorgo azzurro”? E avranno ancora  identità le teste in formalina e tutti quei lattiginosi morti gonfi d’acqua, sfuggiti ad ogni sepoltura? E servirà a salvarci quella paura, che nel “lago del cor” di un nuotatore illustre è diventata il simbolo dello scampato pericolo? Esiste un Dio con la maiuscola per queste domande, capace di sommergere ogni dubbio, ogni possibile mitologia del creato sotto il suo mantello di zàffiro?


Giovanna  Ioli,  (dalla prefazione )

In copertina disegno di Gian Luigi Giovanola

 
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