CARMELO ALIBERTI sulla poesia di UGO ENTITÀ su “CENTO POETI PER L’EUROPA DEL TERZO MILLENNIO" |
CARMELO ALIBERTI
sulla poesia di UGO ENTITÀ su “CENTO POETI PER L’EUROPA DEL TERZO MILLENNIO (IL CONVIVIO - Prima Edizione - Gennaio 2007)
Quella di Ugo Entità è vera e autentica poesia che non si richiama a nessun modello letterario precedente, ma s’impone all’attenzione del lettore e del critico per il tono, il modo, la struttura e la tecnica espressiva totalmente personale che avvince e convince. Il poeta aziona un manipolo di meccanismi lirici nei cui ingranaggi il flusso delle osservazioni realistiche si frange e si ricompone in confezioni stilematiche originali, procede per sbalzi di sinestesie e metafore in cui sembrano sostare vertiginosi avvitamenti in densi nuclei espressivi, animato da una travolgente forza elaborativa. L’elenco delle esplicitazioni esaurienti emerse dalla infilzante lettura del reale, brucia legami distorti e ricompone accordi sgorgati dalle scintille delle analogie, necessarie a coordinare linee denotative e connotative delle cose e degli eventi intrecciate in fulminei coaguli didascalico-elegiaci, dove la forza della ragione fissa onde emotive e zigrinature sentimentali in immagini di metamorfosi naturalistiche di crudo realismo. Balugina nelle rappresentazioni il fantasma di un Sud, danzante su specchi e “ciottoli di rive”, dove la decrittazione dell’enigma di una terra felice o disperata perdura nell’ambiguità oggettiva, spesso, l’apparente serenità della luce che brilla nella patinatura di versi lussureggianti e oracolari, si protende quasi lietamente sull’abisso, senza comunicare il percorso della segreta dannazione, ma con la forza di una colloquialità in apparente, ma direttamente nutrita di illustrazioni orchestrate con binomi monousi e con saldature nominali e verbali di assoluta originalità, tipiche del poeta indiscusso. Si vedano a tal fine, le lucuzioni figurali: “Stoppie di passi”, “corsari di versi”, muschi archimandriti”, ecc…che, assieme al gioco delle assonanze, dimostrano la non accostabilità a nessun altro poeta. Le immagini affascinanti, spesso forgiate con neologismi, incastonati nel lampo dell’invenzione simultanea e tagliente e convocate a scandire una pluralità tematica, servono ad epifanizzare il percorso dell’uomo dalla dimensione della caducità alla trasparenza metafisica dell’universo, dopo aver attraversato spazi e precipizi, che non sono riusciti a trascinare il poeta verso il nulla, che invece, è emerso alla luce celeste, con la sacralità della parola poetica preziosa ed alchemica. CARMELO ALIBERTI
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