LORENZO MARIA BOTTARI, di ELVIRA D'ANGELO |
L’errare inquieto dei miti Un nuovo Efesto, Lorenzo Maria Bottari, che contrariamente a quello dei racconti mitologici, fa del mondo la propria fucina. Da questa si liberano creature dai colori ora della folgore, ora della tenerezza evanescente, ma sempre, tuttavia, soggetti all’azione ammorbidente del fuoco. I pigmenti, pastosi e densi, appaiono come sciolti, molecolarizzati e successivamente ricomposti da un’azione iterata ed energica per tramite della quale le forme e le figure, definite da campiture, si fondono con le linee di contorno che divengono, così, costruttive e plastiche.
|
< Prec. | Pros. > |
---|