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FRAN MAZURANIC: RACCONTI BREVI

 

 

RACCONTI   BREVI

 


IL MIO CANE


         J’interprète toujours la mort par la vie.Montaigne, Essais.
                                                                                               


Avevo un cane, di nome Vulkodlak. Mi piaceva tenerlo.
Era brutto. Forse lo amavo proprio per questo, perché era tanto brutto, - così almeno gli altri non lo viziavano e non lo guastavano. Ed era più fedele e migliore di molti bei cani…Neppure gli uomini belli sono sempre i migliori.
…Un cane idrofobo errando giunse nella caserma e morse diversi altri cani. Morse anche il mio lupo.
Venne emanato un ordine severo: tutti i cani morsi dovevano essere consegnati all’accalappiacani.
Non potevo decidermi a consegnare al boia il mio fedele e vecchio amico. Decisi di ammazzarlo io.
Uscii sul prato con la rivoltella carica. Il cane mi seguì. Lo presi per il collo. Volevo sparare, ma non potevo guardare quell’occhio fedele e ingenuo…Mi voltai dall’altra parte e sparai…
Lo colpii in malo modo: dal fianco gli scorreva il sangue, e lui, tranquillo, - non guaiva e non si lamentava!
Mi guardava con occhio triste e scrutatore, come se mi domandasse: “che male ti ho fatto?”.
Con un altro colpo gli fracassai  il cranio. Cadde. Nella mortale lotta strisciò fino a me. Scodinzolava e mi leccava i piedi. Negli occhi scorgevo ancora quell’espressione: “ Non sono colpevole…”. L’occhio gli si spense…Morì.
Fu come se avessi ucciso il mio migliore amico…
Quella sera non mangiai, - ho visto invece qualcuno mangiare con grande appetito dopo aver fucilato il suo compagno, mio amico…
S’intende – secondo le regole!

 


IL PASSERO


Nella primavera de 1875 sparavano i cannoni presso Praga.
Segno che il ghiaccio sulla Moldava si era spezzato.
L’acqua cresce, ci sarà l’inondazione!
Immense lastre di ghiaccio si lanciano contro i piloni del ponte, sì che il ponte trema sotto i piedi.
Dinanzi a ogni pilone si è formato un “ paraghiaccio ” naturale di lastre di ghiaccio che si sono ammassate lì, impedendo così che il ghiaccio colpisca direttamente il ponte.
Il ponte è pieno di spettatori.
A un tratto si sente un brusio. “ Koukej! Kuokej! “ ( guarda, guarda! ).
La folla si spinge verso il centro del ponte.
Che cosa c’è?
Su una di quelle lastre di ghiaccio che si sono attaccate al pilone si vede un passero.
Il poverino è bagnato e semigelato. Fa un balzo, vuol alzarsi, volare, ma non può. Sempre ricade sul suolo di ghiaccio.
“ Chudacek! “ “ ( Poverino! ).
“ Armer Teufel! “ ( Povero  diavolo! ) – senti come lo compiangono in ambedue le lingue del paese, cosa che accade in Boemia solo di rado a qualcuno.
Il povero uccellino ha commosso tutti i cuori. Tutti trepidano per lui.
Si salverà il poverino? Non cadrà nell’acqua? E non se lo porterà via una nuova lastra di ghiaccio?
E se si potesse salvarlo!
A un tratto gli spettatori rabbrividiscono.
“  Pro Pana  Boha, koukej! “ ( Guarda, per amore del cielo! ).
“ Ist denn der Mensch wahnsinning? “ ( E’ pazzo quell’uomo?! ).
Davvero! Ecco, un rompicollo si è spinto su una barca dalla riva… La prima lastra di ghiaccio lo stritolerà!...Gli spettatori non fiatano neppure…Sfugge abilmente al ghiaccio e rema verso il passero. Ecco che l’ha felicemente raggiunto e felicemente ha fatto ritorno.
La folla grida di gioia.
… Come sono di buon cuore gli uomini! – pensai, guardando quegli occhi raggianti e lieti in cui, direi, si specchiava l’anima… In quello specchio vidi tutto il mondo innocente, pacifico e felice.
   … Ma in verità, ero ancora giovane, molto giovane!...

 

CHI  SA  COSA  E’ MEGLIO

 

Il mio povero padre soleva raccontare il seguente racconto bosniaco:
“ Venne a stabilirsi nel villaggio una vecchia. Nessuno sapeva di quale religione fosse.
Frequentava la chiesa e la moschea, ascoltava e il muezzin e il prete – e dove poteva, aiutava e il turco e il cristiano.
Per questo, ambedue le religioni se la contendevano. Ma la scaltra vecchia non si sbottonava!
Quando fu per morire, accorsero i vicini:
“ Su, dicci, vecchia, di quale religione sei, ché ti seppelliremo secondo la tua fede”.
“ Ehi, fratelli miei – rispose la vecchia – misurate bene la distanza fra il cimitero cristiano e quello turco, e mi seppellirete proprio a metà strada, poichè chi sa che cosa sarà meglio all’altro mondo? “

                                                                                   FRAN  MAZURANIC
                                          da  FOGLIE  e  DALL’ALBA AL TRAMONTO
                                                                traduzione di  Franjo  Trograncié


Centro Editoriale Internazionale     Roma  195

 
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