COME UN’EPIDEMIA Come un’epidemia sì, come un rotolare di destino sospeso sull’acqua, e maree distrutte. Pietre che corrono all’acqua, attraenti la voglia di maree, e scendere rollare rotolare di colline erano state.
come un’epidemia di corpi e segni, cenni che si ripercuotevano gravi. Dalle cavità disperse sperdute dei timpani, quel testimoniare volontà di restare fedeli a se stesse ma nella sottomissione al male e a volontà avverse – a violazioni, nelle propaggini più fieramente nascoste. Di testimone in testimone, di natura in natura di dissoluzione in dissoluzione quel destino – di marmorea fiducia dopo una sfiduciata morte lenta che tornò rifatta da giuramenti e da fede abiurata. * E quantità inviolate di pesce, e cadaveri fini galleggianti sul fiume delle voci dove piccole parole e docili filosofie di vita e marrani seduti e non più visti – si spandevano intorno al corso del suo fiume, veloci rapide dissoluzioni – dissolvenze felici per narrare di destini e desolate tribù: da figlia a madre, a ritroso quale corso della vita che negata, perdeva sé ma riscaldata, più intatta e attenta (giacché conosciuta), nel corso fiume di parole sé ritrovava. E «noi» rivolto a catene di gioventù tradite che debordate abbandonavano – con la paura intensa, suono di schiocco puro delle dita, mani che tradivano accoccolandosi nel buio paura di sé del fratello negato, propria ombra secreta; volontà di appoggiarsi forte e decisa al parapetto della storia, con vigore improvviso. * Paura – peso, vergogna – violazione resa pubblica abiura del nome e del cognome – patria perduta potestà impietosa. Così di madre in figlia, di generazione in generazione sempre più rapide e intense intorno a sé sentivano segrete oh care, di un carissimo cammino benedetto che in sé custodiva le ali lunghe, ali stanche della vita che infinita si piegava, oh amore oh celibato. Era che non si smarrisse memoria e stella, verità e cammino. Damìna bianco piccola vestita. Dannazione. Desiderio di perdersi i prigione. Sparizione improvvisa che derisa, dileggiava (le migliori cose) – diverse e divise cose che l’amore non tradiva, corse che da Spagna a Italia decimate ne tagliarono la voce. Il cammino di quelli che partiti, e dei più spariti. Benvenuto sincero cantico tragitto uno e lento che vicino, s’é dissolveva.
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