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MARIA PIA QUINTAVALLA: ALBUM FERIALE; PREFAZIONE DI FRANCO LOI |
 … Un libro tormentato, questo di Maria Pia, un libro importante. Perché segna la sua volontà di guardare in faccia la realtà, di rivisitare il passato, di riaffrontare con amore la propria vicenda e i propri compagni di strada. È certo un libro di dolenza, ma anche di luce. Ci sono anche versi felici e sereni, e slanci di gioia. Il lavoro fatto su sé sta dando i suoi frutti: quella bambina è ancora viva, ricca di se stessa, resa più forte dalla poesia, pronta ad accettare di essere diventata adulta. Come cita il brano di Gianni Celati messo a confronto del libro: «I corpi della luce sentono il loro isolamento e vorrebbero scappare via come lepri. Ma scappare dove?». Forse Maria Pia ha deciso di non scappare più, di darsi luce attraverso la parola, di accettare quanto la vita le ha dato. Già l’accorata pietà con cui rammemora la madre e le braccia tese verso il padre ne sono un segno. «Era mia madre quella beatitudine di piccolo rosa e piccolo giallo che forava il bianco dell’aria, consentendoci di non essere più sole né fasciate, ma circonfuse, quasi battezzate insieme?» Da qui parte, dai frantumi, quell’allargarsi di cui abbiamo parlato agli inizi sino a «l’aria fine che fa libero / il cuore».
Franco Loi
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