GABRIELLA FERRERA: "BODY WRITER" - TESTO DI FRANCO SPENA |
Vicina alla dispersione, allo stordimento del segno, al limite della scomparsa, l’arte trova ai margini del corpo sentieri inattesi. Forse previsti, anticipatamente intesi, cercati tra le pieghe della pelle, superficie mobile, immobile spazio di contemplazione anche, tattile luogo di esplorazione. Poiché è il corpo il protagonista della mostra “body writer”, a settembre a Catania, alle Ciminiere, Spazio che sembra modellarsi per l’intervento delle opere, come la pelle delle pareti delle quali le immagini sembrano divenire parte. Pieghe nelle pieghe, croste tra i mattoni, scrostature piaghe, varchi in uno spazio aperto che si offre e modula divenendo esso stesso spazio di sensazione, di emozione e di bellezza anche. Per questo, estremamente minimale nell’impostazione, la mostra “Body Vryter” - in open space, in gallery, ricordando Valentine de Saint-Point, curata da Vitaldo Conte, egli stesso artista ed espositore, si pone quasi come dialogo fra segni, scrittura che si inserisce tra quella naturale, non intenzionale delle grafie immobili che costituiscono i segni delle pareti, che si sovrappone alle tracce calcinate formate dall’accostarsi naturale delle pietre, causando quella sensazione di straniamento che i suprematisti russi chiamavano “ostranenie”. Poiché in questo allestimento, dedicato al futurismo, è come se violentemente a volte, a passi leggeri altre, la realtà esterna sembra dilatare i suoi termini penetrando all’interno, nello spazio espanso della galleria, causando quella mobilità percettiva che è necessaria per muoversi tra il variare continuo dei linguaggi della città. Si comprende così l’incrociarsi delle esperienze degli artisti come quelle a più mani di Vitaldo Conte e Tiziana Pertoso, luno teso verso l’essenzialità del segno trafitto dal simbolo della rossa rossa quasi accordo di passione e di lussuria, l’altra che scrive segni scuri al limite della visibilità, quasi tessiture, ragnatele da cogliere tra atmosfere notturne. Il rosso è anche il colore che affiora come una ferita nelle tele di Laura Baldieri tra bianchi rappezzi, squarci su superfici che giocano sul monocolore. Ancora scritture nelle “corpografie” di Gabriella Ferrera, sulle labbra-passione e sulle mani come tatuaggi volti a raccontare un relazionarsi di gesti che si compiono in un quotidiano che si colora di magia. Viaggio nella scrittura sensuale come le onde del deserto nei corpi di donna fluttuanti di Marilena Vita che nel video si animano attraverso una leggerezza di immagini che appaiono visioni o come viaggi ancora nella scrittura sintetica nello spazio concluso della galleria di Paul Kostaby & GA.NT che traduce tracce e segnali del graffitismo metropolitano in segni e lettere che si caricano di inquietanti e inattesi valori simbolici.Vitaldo Conte si presenta anche come Vitaldix elaborando il manifesto futurista della lussuria di Valentine de Saint-Point e dicendo di se stesso: “Anche le testualità verbali ‘esigono’, talvolta, lo sconfinamento in un corpo-visualità incarnando anche figurazioni fantastico-virtuali come Vitaldix: ‘fuoriuscito’, nel mio caso, cme un black vryter di Lussuria per esprimere pluri-grafie solitarie o con identità X. L’altro volto degli artisti o, ancora, l’aspetto mobile del loro discorso iconico è rappresentato dai video nei quali, ognuno di loro raggiunge caratteri visionari, evocativi e di suggestione che si caricano dei segni e dei valori plastici offerti dallo sconfinamento nei linguaggi ulteriori, nelle “pluri-grafie”, appunto, dell’immagine, della parola, del ritmo e della musica. FRANCO SPENA
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