Vito Linares
Vito Linares
Alfredo Entità - 1974
“…Studi umanisti, facoltà di ingegneria, ma anche liceo artistico e corsi all’Accademia di Belle Arti, interessi verso la fotografia e la scenografia, amore per la natura e le arti espressive in genere, sempre nel senso di un profondo impegno verso gli altri, il mondo esterno , la natura, secondo quei suoi principi morali che potrebbero essere l’unico momento risolutore di ogni problema ecologico inteso in senso lato…! Insomma un artista poliedrico, un che di rinascimentale, in un mondo del 2000 dove, in generale, si è un po’ tutti operai od operatori specializzati solo in qualcosa o in qualche sottobranca di questo qualcosa…” I. Bonaviri “…Davanti alle pagine delle sue scritture pittoriche si resta ammaliati dalla sommersa carica di vitalità che ne promana. Ogni “ Transfert “ è una lezione di vita: al centro la donna, attorno dubbi, bugie, grandi verità, parole, gelosie, rancori accompagnati dalla ricerca costante di quiete e serenità, dentro e fuori all’anima. Le piccole cose di ogni giorno sembrano vivere in fratellanza, legate le une alle altre non da rispondenze complesse, ma dalla presenza quasi metafisica e sottilmente irreale degli elementi “. G. Buonasera “…L’amarezza del linguaggio non è tanto in quella entità filologica che ne costituisce forza di infiorescenza, quanto nel gioco dei contrasti; e la poesia, un autore come Linares, la coglie in ogni proiezione assonometria o in ogni barbaglio di colore. Il sarcasmo o il gusto dell’assurdo è in quella concezione quasi erhemburghiana della vita rivolta alla ricerca di ecumeni nascosti, dove ad ogni necessità fantastica o mitica, reale o antitetica si sostituisce la significazione di una entità psicologica protesa alla esasperazione di verità irraggiungibili…”
A. Gerbino “…Così è. Senza tormenti e senza drammi, con favolosa e limpida affabilità Linares ci“racconta” la sua personale interpretazione della problematica sua di uomo e soprattutto di uomo di cultura. Contentarsi di recepire solo il “candore”, la poeticità pura che sembra innocentemente trasparire dalle sue opere, significa rischiare di passare per “asini” all’intelligenza sottile ed ammiccante dell’Artista…” V. Monforte “…Il grande slargo della buona terra è costruito con dei ricavi strutturali che normalmente mettono a buon fine la canalizzazione operata dall’uomo nella terra per poter fruire della irrigazione; inoltre il ritorno dei verdi in alternativa alla colorazione complementare si propone, ed in maniera risolvente, una cadenza estetica, che veramente procura in chi guarda il risaputo stato emozionale della percezione, finalizzata agli intendimenti dell’arte figurativa…” R. Campanella “…egli produce sollecitato dall’esigenza di spingere il pensiero in una fase di narrazione sofferta; nella narrazione, più precisamente di un mondo che è nella vita, che nasce dalla vita e che muore, anche, nella vita. Ne deriva una pittura di oscillazione tra la vita e la morte, sostenuta da una notevole tecnica che si volge ad una ricerca di perfezione stilistica, che non è, dunque, mero formalismo, ma che è, piuttosto, essenziale alla ricerca del pensiero perché esso diventi discorso e narrazione. Pensiero e stile insieme, quindi, ricercano nuove dimensioni, o presenti nella vita nostra di tutti i giorni o da consegnare alla vita degli altri – e al pensiero degli altri – perché le rimeritino e su di esse costruiscano nuove prospettive vitali e di ricerca vitale. G. A. Ruggieri Fantasia e realtà: oniriche formazioni, originali visioni, estemporanee enucleazioni di entità, ma, spesso, pure, risultati ideali dei suggerimenti della realtà attuale, dei suoi problemi e delle urgenze sociali più vive ed immediate. I colori della tavolozza portano in superficie questo substrato. E sono colori efficaci, gradevoli, appropriati, sempre decisivi per l’idea cui danno corpo…in uno spazio senza fine. Lo spazio, infatti, appare sempre geloso in libertà, respinge gratuite costrizioni, e si sposa ad una luce remota, quasi inorganica. In tali scenari si muovono o stanno, i personaggi delle opere di Vito Linares: oggetti. M. Ficini …”…plaudo all’idea delle griglie o “gabbie”, come lei ama chiamarle! … Sciolga i nodi della sue fantasia ed osservi quanto avviene attorno a lei: le orme delle galline frammiste a quelle dei suoi cani o degli altri animali, anche se compresse e schiacciate da passi umani, …saranno, forse, l’occulto indizio di un altro nuovo “reale o” il prologo di una storia tutta da inventare e raccontare e non abbandoni l’idea di produrre opere che inducano l’osservatore a completare il dipinto, con la propria fantasia del frammento mancante o della storia senza epilogo, come un gioco enigmistico di cui occorre trovare la soluzione…” R. Lucà |
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