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ANGELO AMICO

 

MI AFFASCINAVA

Mi si ammassavano agli orecchi:
erano i suoi parlari liquidi
sordi sibilanti coperti.
Labiali
Biascicati di sordidi mali
di intrighi segreti di alcova politica,
tutto corridoi tortuosi
verminosi
nidi di tossiche bisce
mene, complotti
-e uomini dentro infidi/ corrotti –
ma lui li sventava.
Oh come mi affascinava.

COME NON GIA’ VIVI

A petto di tanti affogati
è dolce diletto
pensare
di morire nel letto.
Ma è pur morire
se anche finir di patire.
Si perdono di noi le tracce
le espressioni delle facce
e le “ingiurie” dei cognomi
nomi, e vezzeggiativi
il mondo continua a vivere
senza
nella nostra totale assenza
come non fossimo già stati vivi.

VESPA

A un circumnavigarmi in permanenza
sta lì intorno attesa a veleggiare
e forse per corteggiarmi
paziente
non se ne smaga niente
come vespa distratta ed indolente
pronta parò all’artiglio
ad atterrare
nel ciglio
di minor mia resistenza.

NON ALTRI

Sol perché di tanto in tanto
mi scappa uno spontaneo latinorum
che so come lingua madre,
mi si guarda male come fosse peto
mi si odia di sopracciò e di salapuzio.
Perché non cambi parterre di amici?
Non ce ne sono altri
né a basso né al alto costo
sul mercato rionale
ch’io frequento.
Piuttosto: ehi, sms, voi che mi odiate
prima che voi me
vi distruggo io, miei cari somari.


 

AMICO ANGELO (LINO) POETA E NARRATORE - FOTO SCATTATA DA UGO ENTITA' - ARCHIVIO IPPOCRENE - proprietè riservata