MI AFFASCINAVA
Mi si ammassavano agli orecchi: erano i suoi parlari liquidi sordi sibilanti coperti. Labiali Biascicati di sordidi mali di intrighi segreti di alcova politica, tutto corridoi tortuosi verminosi nidi di tossiche bisce mene, complotti -e uomini dentro infidi/ corrotti – ma lui li sventava. Oh come mi affascinava.
COME NON GIA’ VIVI
A petto di tanti affogati è dolce diletto pensare di morire nel letto. Ma è pur morire se anche finir di patire. Si perdono di noi le tracce le espressioni delle facce e le “ingiurie” dei cognomi nomi, e vezzeggiativi il mondo continua a vivere senza nella nostra totale assenza come non fossimo già stati vivi.
VESPA
A un circumnavigarmi in permanenza sta lì intorno attesa a veleggiare e forse per corteggiarmi paziente non se ne smaga niente come vespa distratta ed indolente pronta parò all’artiglio ad atterrare nel ciglio di minor mia resistenza.
NON ALTRI
Sol perché di tanto in tanto mi scappa uno spontaneo latinorum che so come lingua madre, mi si guarda male come fosse peto mi si odia di sopracciò e di salapuzio. Perché non cambi parterre di amici? Non ce ne sono altri né a basso né al alto costo sul mercato rionale ch’io frequento. Piuttosto: ehi, sms, voi che mi odiate prima che voi me vi distruggo io, miei cari somari.

AMICO ANGELO (LINO) POETA E NARRATORE - FOTO SCATTATA DA UGO ENTITA' - ARCHIVIO IPPOCRENE - proprietè riservata
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