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SEBASTIANO MILLUZZO espone a Palermo, presentazione di ALFREDO ENTITA'

 

 

 

SEBASTIANO MILLUZZO

 

La notorietà di Milluzzo risale alle sue primissime opere, al suo primo apparire all’orizzonte dell’arte ambientale con marine paesaggi e figure, tra le quali indimenticabile un veristico ritratto della madre; ma le sue prime vere meritate affermazioni ( e il merito gli proviene principalmente  dall’altissimo ruolo internazionale della manifestazione stessa ) risalgono alla sua prima ammissione alla XXIV Biennale di Venezia con quella sua « Le grotte di Ulisse » e alla sua seconda partecipazione alla XXV edizione  con « Baracche ad Acitrezza » sprizzanti fuoco luministico da tutta la compatta e irrompente raffigurazione di una Acitrezza al colmo della sua espressività direi fauves ed espressionista al tempo stesso.

Da allora i riconoscimenti ed i successi di Milluzzo non si contano più, perché non c’è manifestazione d’ambito nazionale  che non richieda le sue opere, che non inviti Milluzzo ad esporre e non gli riconosca qualità eccellenti di pittore e di colorista brioso, vivace, oltre che d’espressione trascendente i limiti della mera raffigurazione o rappresentazione del soggetto trattato.

E’ uno slargarsi continuo d’orizzonte, un dilatarsi ininterrotto d’indagini e di realizzazioni in questo e quel filone operativo di un figurativo divenuto personale, che sviscera l’essenza delle cose in tutte le manifestazioni del segno e del colore, dell’argilla e del metallo, del legno e degli smalti e del materiale il più diverso, che Milluzzo sa introdurre abilmente, con disinvoltura, nel vasto campo della sua attività di disegnatore incisore pittore scultore ceramista cesellatore sbalzatore e scintillante forgiatore di smalti, come la grande Croce con episodi della Vita di Cristo creata per la  chiesa di Düsseldorf.

Ed è nella sua arroventata fantasia che si ritrovano  e concordano le più disparate antinomie dello spirito e delle cose anche fisiche, nel suo incessante e febbrile indagare ed operare, che fantasia o idea e materia si ritrovano e fondano per dar luogo all’opera quale risultato di masse e volumi, di forme e colori, di luce ed atmosfere tonali le più concordi ed armoniche possibili.

I suoi aggiornamenti culturali irraggiati nel più vasto ambito nazionale ed internazionale, l’hanno portato qualche volta, per amore d’esperienza e d’indagine, a sconfinare – sconfinamenti momentanei come a chi è consapevole di affrontare la prova del fuoco, di saggiarla senza bruciarsi le ali – secondo noi con risultati sempre validi, assistito da un pronto intuito di recupero intellettivo, da un amore e calore interiori, da sentimenti e modi d’investire dal di dentro le cose e sviscerarle nella interiorità e più intima essenza, che l’han riportato e reinserito sempre nel filone aureo nativo, in quella che è la sua vocazione, istintiva qualità di raffigurare con segni e tavolozza, con grafia e luminismo personalissimi,  qualità che erompono con mordenti validi e persuasivi, con valori incontrovertibili, che ti fanno distinguere un’opera di Milluzzo anche se confusa in mezzo a mille delle più disparate tendenze, della  più similare grafia ed estrosa tavolozza.

Non v’è infatti opera di Milluzzo dove il segno non si saturi e si sostanzi di colore con una resa cromatica ed espressiva, luministica soprattutto, che valichi i limiti della semplice raffigurazione per divenire estrinsecazione del soggetto, movente psicologico, introspezione.

Spesso la pennellata è inquieta, tesa a penetrare i sentimenti ed a rimetterli in superficie, a riportarli sotto gli occhi e la sensibilità di tutti con stimolante calore umano. Gli impasti si rimescolano ancora penetrando le fibre dell’espresso e raffigurato, con venature sanguigne quasi in ebollizione , creando un insieme che non concede tempo alle acquiescenze passive, allusive, ma tutto stimolando verso una visione di moto, una dinamica che non è solo quella del soggetto raffigurato ma quella generata dal colore e vibratilità di tutto il tessuto pittorico che compone l’ordito dell’opera..

E sta proprio in questo la forza espressiva di Milluzzo, la sua persuasiva personalità fatta di contenuti vitali, di valori intensi. Questa la sua vera forte e personale carica emotiva  che si esprime nell’opera mediante il rinsanguarsi delle paste cromatiche in stesure che sono lacerazioni dell’intimo, visibili venature che sono la tormentata e stimolante emotività delle sue raffigurazioni che trasmettono con la loro luminosità vibrazioni forti, quasi aggressive, dalle quali si resta coinvolti e delle quali diventa necessario essere partecipi.

Sicché segno e colore magistralmente ed abilmente fusi intensificano l’effetto e si trasfigurano in unità compositiva intensa, in emotività espressiva. Possiamo ben dunque affermare che la sua è una materia pittorica che diviene corpo e vita delle cose raffigurate, che concretizza e sostanzia le forme in masse e volumi prestigiosi, in palpitante vitalità intensa e pregnante del suo humus vitale, di tutta la sua operosa penetrante intelligenza creativa atta a percepire lo spirito e non la materia delle cose, l’anima e non la corporeità, la vita intensa di balenii fuggevoli e non il peso, la bellezza che la signoreggia e l’irraggia e non l’inerte corporeo che la compone e materializza.

Ed è per questo che più ti soffermi dinnanzi ad un’opera di Milluzzo più ne senti il fascino, più la guardi e più ti senti attratto soggiogato ed avvinto dalla sua quasi demoniaca bellezza, dalla sua vitale ed eloquente presenza, da una forza creativa ch’è sola e genuinamente la sua arte.

 

Alfredo Entità

Presentazione sul Catalogo della Mostra realizzata presso " SICILIA 72 " CENTRO D'ARTE INTERNAZIONALE, Piazza G. Verdi 59 ( Villa De Gregorio ) Palermo. 15-27 Aprile 1972

Catalogo realizzato da " Realizzazioni promozionali Sicilia Tempo, Corso Sicilia 58, Catania. Tipografia Centrostampa, via raffineria Catania