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ALFREDO ENTITA' su CARMELO SIGNORELLI

 

 

 

     Creare dal nulla una scandita bellezza è il punto fermo, l’essenzialità « creativa » della pittura di Carmelo Signorelli. E’ la sua unica finalità, intesa come mezzo di « espressione », ostinazione anche a volere svelare l’aspetto vero delle cose o volto primario del cosmo, della vita universa nella sua costante virtualità, nello spirito sensibile che la investe dal di dentro mantenendola in moto, della vita che stimola nel suo incessante essere e divenire, depurata da tutto quanto possa, con catartica potenza, svelenirla ed esaltarla.

     Pretesa demiurgica semmai o predestinato azzardo e non stregoneria. Un volere insomma rivaleggiare in prestigio col Creatore e col Creato nella assillante ricerca di un punto d’incidenza col tutto della Genesi, che Signorelli s’illude di miniare nel rettangolo di una tela come nel cavo di una mano si può raccogliere condensandolo, il profumo del cosmo, e nel calice di un fiore, la virtualità di una remota adamante bellezza dell’essere nel gesto offertorio di una muta e sommessa, inespressa preghiera.

     Una specie insomma di « Cantico delle Creature », di Lode al Signore » …un’invocazione o completo rapimento celestiale. Questa e soltanto questa, prima di ogni altra considerazione o mezzo di espressione, la pittura a cui è approdato oggi Signorelli, reduce da non remote fascinose esperienze figurative o concretiamo, allucinanti nella luce diffusa, nella proprio squillante luminosità, esaltanti nella delicata gamma o iridica stesura di colori, nel terso e cristallino, prismatico articolarsi di un predominio di inafferrabili gradazioni di gialli e di caldi ma pur sempre tenui, trasparenti, iridati verdi e arancioni che destano ed esaltano il sordo ambiente di un addobbo di qualsivoglia natura e stile. Limpido espandersi di una tavolozza esaltatrice della natura al massimo della sua iridica espressione, di una sua erubescente bellezza, specchio di una primaria componente dell’energia motoria del creato, della vita nel suo complesso ed inspiegabile – scienza a parte – mistico mistero, di cui a noi pare possieda il segreto ispiratore ( avremmo forse meglio detto, « professionale » ) C. Signorelli.

     Il fattore oggettivo « tecnologia », il volere « targhettare » ad ogni costo il fare artistico ( creativo! ) di Signorelli, nel cosiddetto vortice della disorientante e sconcertante produttività del « consumismo », cioè tutto materializzare e rivestire di deperibilità e transitorietà, è quanto mai blasfemo nei confronti di Signorelli, operante fuori da ogni logico e pratico proposito di attuazione applicativa della sua pittura tutta afflati sentimenti ed ispirazioni e MAI sillogica conclusione applicativa della sua pittura tutta cosmici accenti vaganti nell’astratto regno dei sogni, tutta evanescente liricità nella sua adamante stesura di colori o unicorni trilli paganiniani, tutta esaltante musicalità e sommesse poetiche di adamante lettura, volta a placare ogni tensione che non sia pura bellezza compositiva, astratto godimento in tutta la sua aurorale essenzialità.

     Volere poi sostenere che la sua probabile inconsapevolezza o mancata presa di coscienza giustificherebbe l’ASTRAZIONE come Signorelli la articola ed ha articolato il suo disimpegno dal figurativo per ridurre tutto alla  «Sua » formula astratta o astratteggiante od informale o materia, equivarrebbe al categorico imperativo di una sua primigenia decantazione e mistificazione del suo costante operare, che lo porta alla esemplificazione massima dell’ « IO » operante fuori e oltre ogni schematizzazione o teoresi anche allusiva di natura strutturalistica, d’ingranaggi e incastri formature e catene di montaggio che la sua spiritualità decisamente rigetta per il rischio di svuotare di ogni contenuto etico le poetiche o multiformi cosmiche poetiche della « sua » pittura, del mezzo o tramite coi quali l’artista ci « trasuda » e trasmette in un serrato soliloquio con la natura le sue sensazionali emozioni, i suoi depurati sentimenti pregnanti di naturale barbarie, di istintivo contenuto idillico.

     E respingiamo decisamente tutti gli inconciliabili addebiti che si sono mossi a Signorelli – gratuiti addebiti – incasellandolo in questo o quello scomparto meccanicistico che noi, conoscendone a fondo l’animo, rigettiamo con piena consapevolezza, anche perché, soprattutto,  la sua è pittura voce dell’anima allo stato puro, religiosità della natura tradotta in stesure di colore calate nel suo temperamento emotivo di autentico artista, nell’evocante voce recitante della sua muta poesia espressa col commosso cromatismo e luminismo della sua tavolozza.

     Signorelli è più prossimo allo spirito e al fare del Klee che allo scientifismo di Mondrian, all’Amalasunta di Licini che allo strutturalismo marxista, alle aeree forme vaganti senza meta in un immoto spazio contemplante che alle strutture portanti del mitico Atlante che sostiene il mondo.

     Concludiamo affermando che Signorelli ha sempre dipinto stimolato dall’esaltante natura, ha dipinto e dipinge per esaltare qualcosa sempre, per togliere peso e materialità a qualche prodotto della spesso non generosa dispensiera vita del cosmo, per mettere dinnanzi agli occhi di tutti povere cose anche, trascese dalla sua spiritualità  e trasfigurate dalle sue sognanti emozioni. Ha dipinto e dipingerà per porre dinnanzi alla nostra ammirazione estetiche bellezze formali e tonali vivificate dalla sua grande sensibilità e purificate dalle cangianti aurore della sua struggente tavolozza tutta ritmate consonanze, tutta accordi e unicità di trasparenze luminose di colori che solo la sua fascinosa…ed eloquente tavolozza sa maestralmente stimolare in sinfonisti di più che umana trascendenza.

 

                                                                                                                     Alfredo Entità

 

Presentazione su Catalogo: Mostra Personale di Carmelo Signorelli presso la Galleria “ SICILIA 72 “ centro d’arte internazionale, Piazza G. Verdi, 59 (Villa De Gregorio) Palermo. 17-29 giugno 1972