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BENITO SABLONE

 

 

Chiedere interrogarsi
mutare atteggiamenti
scrivere nel sonno
svegliarsi per non scrivere
È questo permutare
il barlume che si cerca
dietro lo schermo
spezzato dalla neve
Salgono i lapilli
e negli orti accesi
dalle prime siepi
comprime la sua forza
marzo o un altro mese
prossimo a fiorire
Si ricomincia
la strada si ritenta
già vecchia di millenni
Acque uccelli d’altre ere
cercano il ritorno
Cosa fanno le anime
uscite dalla carne
ripetono nel giro
quelle forme?
Non si muove
che il réfolo sottile
sopra le foglie piatte
-traslucida la sabbia
compone un’altra duna
senza fatica né rabbia

 


Guarda come le foglie
diventano nere
tra gli artigli della notte
come si accorano sui rami
gli uccelli prima del riposo


Tu mi sei vicino
e forse mi sospingi
tra le immutate sorti
che ci affliggono
alle più strane sponde
Il tuo tempo lo so
non ha più fine
dalle montagne all’onde
sulle effimere colline

Non voglio replicare
ai numerosi appelli
della mia ragione
mi lascio andare muto
a splendori che non vedo
ai terrori con cui stringi
gli uccelli e chi non crede

 


Nuvole che scendete a valle
con drappi funerari
circondate i corpi
d’umide ombre
figlie delle aquile vinte
perdute nei naufragi
nelle battaglie
nei singhiozzi della vita
-nuvole circondate di blu
con fumanti pinne d’otarie
perché reclamate la notte
quando coi lunghi capelli
gli uomini cercano d’aprire
i colori vegetali?
Come lame assassine i venti
porteranno gli insetti
aguzzi sulle loro chiglie
i ricordi tormentosi
- con secche aperture fuggiranno
dalle matrici del cielo
verso i miei occhi
Saranno le armate
delle strenue menzogne
i cavalieri crociati della avventure
a chiudervi nei versi
- le volpi finiranno assopite
nella canfora della disperazione
i serpenti intravisti
nelle brume novembrine
lasciate le scaglie lucenti
crepiteranno tra le foglie
la polvere le pietre
sotto un orizzonte scolorite
dall’ombra del sole


Nel silenzio della cenere
sotto le foglie minute
pronto a sfrecciare
ogni insetto combatte
con la vita che torna
I bruchi millenari
ascoltano nel bozzolo
le invettive nel cielo
la terra scalda le uova
della temperanza
-con ali fiammeggianti le farfalle
pensano al sole
nei solchi bui
arrancano disperate
contro l’agonia
per vincere la prova del futuro