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AGATARTE - TESTO DI FRANCO SPENA

 

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Sant’Agata è il tema di fondo che ha ispirato trenta artisti che hanno affrontato con le loro opere la dimensione del sacro in una mostra inaugurata a Catania alla terrazza Ulisse. “Agatarte” è il ciclo a cui appartiene l’evento, che segue la prima edizione dello scorso anno, il cui valore va al di là delle espressioni dell’arte per assumere anche quello altrettanto importante del contributo al nobile scopo della prevenzione dei tumori del seno. L’analogia con la Santa martire catanese alla quale sono stati tagliati i seni, offre infatti alla mostra un significato culturale e sociale nello stesso tempo poiché il ricavato della vendita delle opere verrà utilizzato per l’acquisto di un mammografo. La mostra infatti è promossa dall’Associazione Agata Donna per le Donne onlus ed è organizzata dalla Galleria Dietro le Quinte sottolineando quanto sia importante la promozione della cultura della ricerca attraverso il contributo  e la crescita della cultura della solidarietà.
La cura di Agatarte è stata affidata quest’anno  al critico Ornella Fazzina che, interpretando l’importante tema, sul filo conduttore del sacro, ha invitato trenta artisti di orientamento espressivo diverso che offrono anche un quadro di certa situazione attuale dell’arte contemporanea passando dalla pittura alla astrazione, dalla scultura alla installazione attraverso una poliedricità di tecniche e di poetiche.
“La partecipazione e l’impegno dei trenta artisti chiamati a confrontarsi con un tema sacro con profondità di sguardo e scevri da ogni pregiudizio” dice infatti Ornella Fazzina nel testo “De sacro itinere” pubblicato in catalogo, “ha condotto gli stessi artisti ad operare su criteri soggettivi, ognuno con una formazione e provenienza diversa” (…) “esprimendo la comune volontà di coinvolgimento ad un’esperienza legata alla sfera del sacro e proiettata in un ambito sociale e umanitario”.
Dall’allusione concettuale di Rosario Antoci che con due grandi bottoni rossi su due superfici estroflesse fa riferinìmento ai seni della Santa, all’opera di Calogero Barba che crea l’analogia con i dolci tipici dedicati alla martire, si percorre quasi un itinerario di ricerca nel quale spiccano il suggestivo “Stabat Mater” di Giuseppe Bombaci, la sintetica ed efficace stilizzazione del “Frammento simopatico” di Calusca e la plastica figurazione di Gabriella Ferlito”. Il “De sacro itinere” continua ancora procedendo dalla riduzione quasi a geometria dei seni di “Agata” di Raimondo Ferlito ai forti valori espressivi del bassorilievo in gesso di Concetto Guzzetta, ai segmenti e ai volumi della “Sedia devoluta” di Leopoldo Mazzoleni; dall’immagine quasi iperrealista di una Agata del tempo presente con la “Maddalena di Angelo Pavone alla chagalliana “Apparizione” di Angelo Platania; dalla spirituale scultura dal titolo “Memoria metafisica” di Antonio Portale alla magia del segno plastico di “Nel segno di Agata”di Giuseppina Riggi, attraverso l’inquietante “Notte a Kandar” di Wolfango Telis, alla calda atmosfera informe dell’opera “Agata” di Enzo Tomasello.
Un percorso attraverso le immagini del sacro che mette in risalto i volti variegati di una ricerca di spiritualità affidata ai colori e alle forme dell’arte  che esalta anche i caratteri delle personali ricerche degli artisti che hanno affrontato con esiti notevoli le difficoltà del tema.
Questi gli artisti invitati: Rosario Antoci, Calogero Barba, Giuseppe Bombaci, Carmelo Bongiorno, Sandro Bracchitta, Agata Bulla, Calusca, Michele Ciacciofera, Raffaele Francisca, Gabriella Ferlito, Raimondo Ferlito, Concetto Guzzetta, Jaco’, Simone Mannino, Leopoldo Mazzoleni, Carmelo Nicosia, Angelo Pavone, Angelo Platania, Antonio Portale, Lela Pupillo, Giuseppina Riggi, Piero Roccasalvo, Jano Sicura, Wolfango Telis, Enzo Tomasello, Gaetano Tranchino, Luciano Vadalà, Dina Viglianisi, Nunzio Urzì, Zoltan.

 

             FRANCO SPENA 

 

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