Le cose stanno così madre abbiamo perso le stagioni incatramando gli orti anche quelli interiori i ghiacciai si sciolgono si scioglie anche la pietra di Saint Victoire il quadro giallo di Vincent lo specchio di alice dentro cui non passa più io Leggici nei polmoni cosa abbiamo fatto dell’aria pesci ed uccelli improvvisamente scoppiano si rovesciano tutti gli animali dell’arca quasi capovolta manca noè manca un filo con cui tessere memoria e responsabilità nell’eredità dei quattro elementi manca un vaso femmina dentro cui immergersi e rinascersi riconoscendoti il vento svuota una tempia dopo l’altra e chiacchiera in ogni bocca Anche in quella dei poeti che illanguidiscono senza pane limpido e fuoco liquido nel sangue nel canto nel vino mentre creano tende di carta e tornei durante il loro esodo Di questo non piango perché attraverso e vivo ancora con insistenza e ancora imparando dall’alba l’alba in me permane tutto il giorno e nella notte ruota i suoi chiarissimi rossi i suoi chiarissimi tuorli Scrivo ormai solo sui palmi dei miei piedi mentre ti cammino non insegno a nessuno il mio non verbale alfabeto insisto ancora a leccare con la mia lingua il mio abisso insisto ancora tramandando l’alba nel donare questa lingua e questo mio abisso da In nomine, con incisione di Simonetta Melani, Due Lire, 2008
La neve
qui cade a noci e rimane intatta per secoli mentre il vento suona l’interiorità dei gusci nemmeno il suono li scioglie né io che li ingoio interi per fame andando …la neve o il significato nutriente dei gherigli camminando zitti la chiarezza… Edizioni Il Pulcino Elefante, 2008
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