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FRANCA ALAIMO

 

( da: Magnifici Dispetti, 2001 )

Più lontano

Se gli occhi guardano un poco più lontano
E intanto il vento impietosamente attende
Che il ramo urli fino alla caduta,
io sento il giorno come linea curva
che giunge a me con cecità notturna.
Così la stella che vanamente luce
È morta già da quando nacque il mondo.


Vacillò il mio cuore

E quella notte di vento
Trasportata in ogni dove dal vento!
Per poco non inciamparono i miei piedi
Sul tremito violento delle ombre.
Si tuffarono le mie dita nere,
tirarono le funi, spezzarono
le stelle e la coppa del cielo.
Oscillava la nave, coronata di luci,
come sposa lieta ed agghindata,
le colmava i fianchi
il cumulo alto del desiderio.
Fiori di spuma s’assomavano,
urlavano, appassivano
e di così lieve bellezza
vacillò il mio cuore e fuggì
il ricordo, gazzella dalla trappola.
Volarono le nubi come uccelli.

 


Io e l’altra

Quale triste vagare sull’acqua così scura,
io acquattata sul fondo ad occhi chiusi
a sorseggiare i flutti e la risacca,
lei con le mappe sopra le ginocchia
e trappole di vento sulla poppa,
getta le reti ed apparecchia ami,
intenta sempre a scandagliare abissi
e a catturare l’oro del fondale.
Solo alla fine di questo lungo viaggio,
legata la barca alla sua fune,
io e l’altra ci sorrideremo.

 

(da: L’imperfetto splendore, 2006 )


Qui ed altrove

Dorme il tuo corpo per il mondo
E ti respira il pioppo,
ti imita il colore della luna.
Tu sopraggiungi sempre per miracolo,
t’incontro nel silenzio dello specchio
e nella voce del vento che bisbiglia,
ma non comprendo più le fredde braccia,
né il docile segreto dei tuoi occhi.
Di qua mi abbandono alle parole
E m’innamoro del verde delle foglie.
Altra luce mi acceca ed è remoto
Il fiume dove la tua barca scorre.

 

 

Alba

Al canto dell’allodola
La prima goccia di luce
Riempì i campi di sangue verde;
e di là cominciò la sapienza dell’albero
che dondolava come un’ala.
Sopra la città la lampada dell’alba
Bianca mandorla
Si accese come un perdono
Dopo il disastro della notte.
Il mare precipitò nel fondo
Le sue ombre nere, le pietre minacciose
E tremò rilucente con mille occhi verdi,
con mille lingue blu
e l’ampia fronte di fresca spuma.
Quale pilota guidava il vascello del giorno?
Fu questa la domanda.


( da: Corpo musico, 2007 )

 

Corda secata

Figlio mio tutto ventoso
Frescura in movimento,
Dove abiti e come ti innamori,,
Figlio della distanza, sperso
Seme di me e di paziente amore
Figlio troppo cantato,
Sgorgo di sanguineo flore,
Figlio di tenerezza sine amento
Rimasto in solitudine di cuore
Ché nulla è più distante
Di un materno amore.
Figlio dell’ombelico, corda d’oro
Secata, del tuo pianto, figlio
Inconfortato, ora chi mi ristora?

 

Come racemo d’uva

La vita mi ha pressato come racemo d’uva
Ed ora mi ha lasciato come lo graspo nuda:
E’ vino di mosto fiore dopo la sgrondatura
Questo mio denso canto che generoso effluvia.
Lo rosignolo canta con dogliente dolore
Quando getta la notte il mondo in tenebrore.


Ascensione

Ad ogni passo di faticoso respiro
Ascendendo lungo il fianco
Petroso della collina aromatica
Di menta ed origano selvatici
Mi scardino dal brulicame della vita
Che si ridesta in basso
Ad un passo dalla polvere mortale.
In armonia con il mistico mattino
Di immensa madreperla mi schiaro
Nello zampillo della purezza
Gioendo di solitudo verde celeste.


( inedite, 2008)

Sempre di Te amorosa
 
Oh, il mio Dio è un bel sentimento
Che allaga e mi slarga il cuore,
Non sono sola con mio frate vento
Che sulla bocca mi tocca con i fiori
Mentre respiro con tutte le creature
L’aria azzurretta che si muove attorno
Il cipresso appuntito e l’orno molle.
Il mio Dio è un pensiero variopinto
Che tinge le cose di colori: la rosa rossa,
Le pallide magnolie e i grandi girasoli
Che mi sorridono con le facce d’oro.

 


Parlavo con gli dei

Sulla tenda di Patroclo ed Achille
E’ caduta la neve: sono passati mille
Secoli, mi sembra, e adesso sono stanca
Di restare immota come lei, il fianco
Bluastro e intorpidito per il troppo gelo.
Mai più lo troverò quell’antico melo
Sulla riva dello Scafandro fluente
Dove cadevano i dolci fiori bianchi
E quel rumore straripante del vento
Che copriva di Andromaca la voce
Ed il lamento del generoso Aiace.
Ma erano altri i giorni, altre visioni,
Il tempo lungo e solenne degli eoni.
Ed Omero cantava la virtù degli eroi
La bellezza partoriva esametri perfetti
Io, mi ricordo, parlavo con gli dei
Che mi apparivano come puri adolescenti
Il sorriso di porpora, il viso commovente.
Adesso il mondo è un asino che raglia
Che porta in groppa un’orrida marmaglia.


Franca Alaimo

Nata nel 1947, esordisce come poeta nel 1989 con IMPOSSIBILE LUNA, (Antigruppo siciliano). Collabora per molti anni con Pietro Terminelli nella redazione della rivista L'Involucro. Seguono le sillogi: LO SPECCHIO DI KORE (ed. Tracce), IL GIGLIO VERTICALE, prefato da M. G. Lenisa; IL LUOGO EQUIDISTANTE  con l'editore D. Cara; e nel 1999 IL MESSAGGERO DEL FUOCO (con la rivista palermitana Spiritualità & Letteratura) che le vale la quarta segnalazione dalla giuria del Premio Montale. Alcuni suoi testi poetici sono pubblicati sul numero di Maggio 2000 della rivista  Poesia (ed. Crocetti) per la rubrica Donne e poesia curata da M. Bettarini. Nell'anno 2000 pubblica SAMADHI  (ed. Bastogi), finalista al premio “Anna Borra” e vincitrice nel Giugno 2001 del premio E.Dickinson.
E' inserita in numerose antologie, tra le quali A MIO PADRE, curata da L. Luisi per la Newton Compton (2007) E' autrice del romanzo breve L'UOVO DELL'INCORONAZIONE, vincitore del premio bandito nel 2000 dalla casa editrice Serarcangeli. Nel 2002 esce MAGNIFICI DISPETTI, (ed. E.Miano), con un saggio di N. Bonifazi e nello stesso anno il poemetto GIORNI D’APRILE introdotto da R. Perrotta.  Nel 2003 pubblica un saggio sulla scrittura di Domenico Cara: LA FIRMA DELL’ESSERE. Ha tradotto due raccolte poetiche del  poeta Peter Russell: LE LUNGHE OMBRE DELLA SERA (ed. Il foglio Letterario) e VIVERE LA MORTE (ed. Paideia).Nel 2005 esce un saggio critico sulla poesia di Tommaso Romano: LE EUTOPIE DEL VIAGGIO (prefazione di D. Rondoni) con l’editrice Vallecchi, e un  libro di poesie: LO SPLENDORE IMPERFETTO (ed. Thule), con prefazione di F. Loi ). Nel 2007 esce un altro saggio: LA POLPA AMOROSA DELLA POESIA, con introduzione di D. Mafia, sulla scrittura di Gianni Rescigno (ed. Lepisma). Collabora con la rivista Spiritualità & Letteratura (ed. Thule di Palermo, diretta da T. Romano) e con altre. Hanno scritto sulla sua attività poetica molti critici e poeti italiani e non, con i quali scambia da anni un’intensa corrispondenza epistolare. Del 2007 un’antologia di testi poetici (e altro) dedicati all’autrice da 36 tra poeti ed artisti italiani, intitolata DEDICHE A FRANCA; ed un nuovo libro di poesie CORPO MUSICO (ed. Il Bisonte). Di prossima pubblicazione un saggio critico sulla poesia di Luciano Luisi.

 
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