( da: Magnifici Dispetti, 2001 ) Più lontano Se gli occhi guardano un poco più lontano E intanto il vento impietosamente attende Che il ramo urli fino alla caduta, io sento il giorno come linea curva che giunge a me con cecità notturna. Così la stella che vanamente luce È morta già da quando nacque il mondo. Vacillò il mio cuore
E quella notte di vento Trasportata in ogni dove dal vento! Per poco non inciamparono i miei piedi Sul tremito violento delle ombre. Si tuffarono le mie dita nere, tirarono le funi, spezzarono le stelle e la coppa del cielo. Oscillava la nave, coronata di luci, come sposa lieta ed agghindata, le colmava i fianchi il cumulo alto del desiderio. Fiori di spuma s’assomavano, urlavano, appassivano e di così lieve bellezza vacillò il mio cuore e fuggì il ricordo, gazzella dalla trappola. Volarono le nubi come uccelli. Io e l’altra
Quale triste vagare sull’acqua così scura, io acquattata sul fondo ad occhi chiusi a sorseggiare i flutti e la risacca, lei con le mappe sopra le ginocchia e trappole di vento sulla poppa, getta le reti ed apparecchia ami, intenta sempre a scandagliare abissi e a catturare l’oro del fondale. Solo alla fine di questo lungo viaggio, legata la barca alla sua fune, io e l’altra ci sorrideremo. (da: L’imperfetto splendore, 2006 ) Qui ed altrove
Dorme il tuo corpo per il mondo E ti respira il pioppo, ti imita il colore della luna. Tu sopraggiungi sempre per miracolo, t’incontro nel silenzio dello specchio e nella voce del vento che bisbiglia, ma non comprendo più le fredde braccia, né il docile segreto dei tuoi occhi. Di qua mi abbandono alle parole E m’innamoro del verde delle foglie. Altra luce mi acceca ed è remoto Il fiume dove la tua barca scorre. Alba Al canto dell’allodola La prima goccia di luce Riempì i campi di sangue verde; e di là cominciò la sapienza dell’albero che dondolava come un’ala. Sopra la città la lampada dell’alba Bianca mandorla Si accese come un perdono Dopo il disastro della notte. Il mare precipitò nel fondo Le sue ombre nere, le pietre minacciose E tremò rilucente con mille occhi verdi, con mille lingue blu e l’ampia fronte di fresca spuma. Quale pilota guidava il vascello del giorno? Fu questa la domanda. ( da: Corpo musico, 2007 )
Corda secata Figlio mio tutto ventoso Frescura in movimento, Dove abiti e come ti innamori,, Figlio della distanza, sperso Seme di me e di paziente amore Figlio troppo cantato, Sgorgo di sanguineo flore, Figlio di tenerezza sine amento Rimasto in solitudine di cuore Ché nulla è più distante Di un materno amore. Figlio dell’ombelico, corda d’oro Secata, del tuo pianto, figlio Inconfortato, ora chi mi ristora? Come racemo d’uva La vita mi ha pressato come racemo d’uva Ed ora mi ha lasciato come lo graspo nuda: E’ vino di mosto fiore dopo la sgrondatura Questo mio denso canto che generoso effluvia. Lo rosignolo canta con dogliente dolore Quando getta la notte il mondo in tenebrore. Ascensione
Ad ogni passo di faticoso respiro Ascendendo lungo il fianco Petroso della collina aromatica Di menta ed origano selvatici Mi scardino dal brulicame della vita Che si ridesta in basso Ad un passo dalla polvere mortale. In armonia con il mistico mattino Di immensa madreperla mi schiaro Nello zampillo della purezza Gioendo di solitudo verde celeste. ( inedite, 2008)
Sempre di Te amorosa Oh, il mio Dio è un bel sentimento Che allaga e mi slarga il cuore, Non sono sola con mio frate vento Che sulla bocca mi tocca con i fiori Mentre respiro con tutte le creature L’aria azzurretta che si muove attorno Il cipresso appuntito e l’orno molle. Il mio Dio è un pensiero variopinto Che tinge le cose di colori: la rosa rossa, Le pallide magnolie e i grandi girasoli Che mi sorridono con le facce d’oro. Parlavo con gli dei
Sulla tenda di Patroclo ed Achille E’ caduta la neve: sono passati mille Secoli, mi sembra, e adesso sono stanca Di restare immota come lei, il fianco Bluastro e intorpidito per il troppo gelo. Mai più lo troverò quell’antico melo Sulla riva dello Scafandro fluente Dove cadevano i dolci fiori bianchi E quel rumore straripante del vento Che copriva di Andromaca la voce Ed il lamento del generoso Aiace. Ma erano altri i giorni, altre visioni, Il tempo lungo e solenne degli eoni. Ed Omero cantava la virtù degli eroi La bellezza partoriva esametri perfetti Io, mi ricordo, parlavo con gli dei Che mi apparivano come puri adolescenti Il sorriso di porpora, il viso commovente. Adesso il mondo è un asino che raglia Che porta in groppa un’orrida marmaglia. Franca Alaimo
Nata nel 1947, esordisce come poeta nel 1989 con IMPOSSIBILE LUNA, (Antigruppo siciliano). Collabora per molti anni con Pietro Terminelli nella redazione della rivista L'Involucro. Seguono le sillogi: LO SPECCHIO DI KORE (ed. Tracce), IL GIGLIO VERTICALE, prefato da M. G. Lenisa; IL LUOGO EQUIDISTANTE con l'editore D. Cara; e nel 1999 IL MESSAGGERO DEL FUOCO (con la rivista palermitana Spiritualità & Letteratura) che le vale la quarta segnalazione dalla giuria del Premio Montale. Alcuni suoi testi poetici sono pubblicati sul numero di Maggio 2000 della rivista Poesia (ed. Crocetti) per la rubrica Donne e poesia curata da M. Bettarini. Nell'anno 2000 pubblica SAMADHI (ed. Bastogi), finalista al premio “Anna Borra” e vincitrice nel Giugno 2001 del premio E.Dickinson. E' inserita in numerose antologie, tra le quali A MIO PADRE, curata da L. Luisi per la Newton Compton (2007) E' autrice del romanzo breve L'UOVO DELL'INCORONAZIONE, vincitore del premio bandito nel 2000 dalla casa editrice Serarcangeli. Nel 2002 esce MAGNIFICI DISPETTI, (ed. E.Miano), con un saggio di N. Bonifazi e nello stesso anno il poemetto GIORNI D’APRILE introdotto da R. Perrotta. Nel 2003 pubblica un saggio sulla scrittura di Domenico Cara: LA FIRMA DELL’ESSERE. Ha tradotto due raccolte poetiche del poeta Peter Russell: LE LUNGHE OMBRE DELLA SERA (ed. Il foglio Letterario) e VIVERE LA MORTE (ed. Paideia).Nel 2005 esce un saggio critico sulla poesia di Tommaso Romano: LE EUTOPIE DEL VIAGGIO (prefazione di D. Rondoni) con l’editrice Vallecchi, e un libro di poesie: LO SPLENDORE IMPERFETTO (ed. Thule), con prefazione di F. Loi ). Nel 2007 esce un altro saggio: LA POLPA AMOROSA DELLA POESIA, con introduzione di D. Mafia, sulla scrittura di Gianni Rescigno (ed. Lepisma). Collabora con la rivista Spiritualità & Letteratura (ed. Thule di Palermo, diretta da T. Romano) e con altre. Hanno scritto sulla sua attività poetica molti critici e poeti italiani e non, con i quali scambia da anni un’intensa corrispondenza epistolare. Del 2007 un’antologia di testi poetici (e altro) dedicati all’autrice da 36 tra poeti ed artisti italiani, intitolata DEDICHE A FRANCA; ed un nuovo libro di poesie CORPO MUSICO (ed. Il Bisonte). Di prossima pubblicazione un saggio critico sulla poesia di Luciano Luisi.
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