FESTA, FARINA E FORCA ultimata nel 2001 è definibile come raccolta di versi – divertissements per ridere e per piangere, da leggere dopo i pasti e da tenere lontana dalla portata dei bambini perché maxima debetur pueris reverentia. Si articola in cinque movimenti : I ) E l’amore ? Che esista si bisbiglia . II ) Le magnifiche sorti e progressive . III ) Animula vagula, blandula . IV ) Unreal city . V ) Taccuino occidentale.
I MOVIMENTO . ( E l’amore ? Che esista si bisbiglia )
Donna di passo.
Niente parole, gemiti o infingimenti, promesse,ammiccamenti. Pas de literature ( insomma un coito nature )
Chi è morto giace
Vedove che portate un bel mazzetto di crisantemi al defunto marito sappiate : non è interdetto dai sacri testi rimettere al dito un secondo od un terzo o un quarto anello. Sposar più volte, come Paolo insegna, è più morale che dar via la fregna.
Canzonetta romantica
Chi dice che il grigio è il colore della malinconia non conosce l’arcano ardore della nebbia di Lombardia. L’albergatore un po’ guercio lungamente ci squadra , agitando uno straccio liso e lercio , me come quasi assassino e lei una ladra E al posto di una camera con bagno ci sbatte in abbaino. Chi dice che il cielo è lontano non conosce una via di quella vecchia Milano che il tempo ha spazzato via.
La Venere Medusa
Non sono gentildonna ma puttana e onestamente ammetto che il mio aspetto è più brutto che bello. Ma la mia forza arcana Sta in questo e non il quello: sono la tigre che mangia l’uccello. Amore a prima vista Mai che queste eroine da strapazzo perdano un po’ d’onore o di cervello per un barbone che non conta un cazzo. Sta bene il dolce canto dell’uccello ma il conto in banca è uccello assai migliore : ci vede bene Amore.
II MOVIMENTO ( Le magnifiche sorti e progressive )
Elogio del pluralismo.
La società presente , pluralista - politicamente corretta – ha migliaia, tutti giusti, punti di vista. Ciascuno vuole una fetta della sua verità; per averla combatte con molto ardore prima delle parole e poi delle bombe ed insomma finisce in ecatombe.
La ricompensa.
E dio che è grande e giusto mi dia un dolore immenso,una maledizione che almeno possa piangere di gusto alla televisione.
Beati gli analfabeti.
In una fresca mattina di tanti anni fa un cavallo tirava allegramente un carro per la città. Poi si ferma davanti a una vetrina e – a scarico avvenuto - se ne va Quel che dice l’insegna non lo sa: premiato spaccio di carne equina. Ama il prossimo tuo.
Ancora una rivolta? Ma li ammazzino tutti come cani una buona volta. Ci vuole pugno duro biascica la vecchina che fa pisciare contro il tetro muro la bella barboncina.
III. TERZO MOVIMENTO ( Animula vagula, blandula )
C’è del metodo nella follia.
Crescono gigli e cipolle intrecciati in quel paese sul lago d’Orta e quella pazza che li ha piantati gira in vestaglia color foglia morta. Con gran saggezza nei suoi giardini accoglie i gatti, scaccia i bambini perché il bambino o prima o dopo ruba le mele e teme il topo. Io lo so bene che il mondo è matto: si accoppia ancora, con che guadagno ? Io che son saggia mi prendo un gatto Salvo le mele e me le magno.
L’ultima cena
Versi scritti con la mano mancina: - cuore e sventura - mentre la moglie in cucina prepara la verdura. Così si ricompone l’armonia Di una buona famiglia e della minestra e dopo irrompe la follia del salto dalla finestra.
Caratteri recessivi
I cani matematici, che pena! E che strazio il cavallo che si inchina. Ma che fulgida luce, sulla scena, lei, la divina. Dalida, coscia lunga ma anche forte, che teme solo i ragni e non la morte, piomba felinamente sull’arena cintura un calvo Baal e lo incatena. Quando per calpestarlo alza il ginocchio il pubblico si fonda in un sol occhio , lo sguardo spermatoforo si lancia al suo bersaglio un po’ sotto la pancia. Se il destino ci assegna un figlio estroso che ci dà pianto e riso e mai riposo nessuna meraviglia : ciò è successo per quel dimenticato teleamplesso.
Questa è l’eternità
Ci rivedremo nudi a Giosofatte ma le tue belle tette daranno ancora latte al bambino paffuto e sorridente ? E miele al peccatore impenitente ? Immobile, senza gioia né pieta, a cosa serve l’eternità ?
Armistizio
Anche la piccola gatta è contenta perché sei rimasta. Sul tuo cuscino bagnato di pianto metà falso e metà disperato fa le fusa e la pasta. Felicità è cosa grande e piccola perché basta
L’anima del vino
Il vino è nobile: lo bevi allegramente con gli amici e in piscio allegramente se ne va. Non fa filosofie nelle bidella E triste merda non diventerà. Ed ha una sua morale al tempo stesso Perché toglie le inibizioni e ti deprime il sesso . Non è mai troppo tardi
La morte dei poeti è molto bella.
Li cinge il lauro quando sono morti, lepri in padella.
Il nuotatore involontario.
A Ladispoli la spiaggia ferrosa Arrostisci glutei unisex di ministeriali e qui approdò – nell’alba radiosa – il vecchio già gonfio per i gas intestinali. Governo ladro – strilla l’onorevole – son venuto fin qui per riposare è cosa da terzo mondo, disdicevole che un cadavere venga qui a nuotare. E’ una fuga di cosce, culi, zinne - non vogliamo vedere quella cosa - anche l’ardito sub butta le pinne. Ma l’uomo dondolando si riposa di un’esistenza tanto torva e ria che la sbatte nel mare e così sia. Filastrocca dell’Apocalisse
I Longobardi di Benevento son tutti in fila sotto il convento Lucidi crani che, numerati, sono dai monaci ben conservati. Uno di questi, padre Stramondo, nulla conosce di questo mondo se non la limpida Enna natia col suo castello di Lombardia e queste mura dentro le forre dove un ruscello al mare corre. In ottant’anni di preci eguali la mente lucida mette le ali , l’ingegno aguzza e si fa astuta da far scrittura tanto minuta che sopra il retro di un francobollo egli è capace- con gran controllo – di scriver tutto il Padrenostro ( basta un pennino e un po’ di inchiostro) Ad una bimba di Cincinnati venuta in visita agli antenati in quelle identiche forme e misure trascrisse il Cantico delle creature. Adesso battere vuole il primato dopo che un poco si sia allenato. “ Padre , che cosa trascriverà? “ “ L’Apocalisse, se ci starà “
Cote d’azur
Nous sommes ici au bord de la mère en attendant la tigresse qui gagnerà la dernière
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