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ANGELO DIQUATTRO - TESTO DI ANDREA GUASTELLA

 

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Paesaggio delle memorie: quanti ricordi! Le tracce che il tempo lascia su di noi sono un po’ come i colpi di spatola e pennello che il pittore, apparentemente a caso, traccia sulla tela. Apparentemente, perché l’arte, come la vita, cresce su se stessa, e ciò che prima non esisteva, ciò che stava racchiuso nella mente dell’uomo, un istante dopo è presente e vivo con una sua personalissima, irripetibile storia. Questa litografia, creata da Angelo Diquattro per celebrare la laurea della figlia Gianna, ne ha già una, di storia: è nata come un quadro, ha riposato almeno un paio d’anni, consolidandosi nella sua materia, e solo ora viene riprodotta in forme nuove, di volta in volta diverse perché le varie copie risultano ritoccate una per una: immagine perfetta del moltiplicarsi della vita, del suo riflettersi come la luce in mille fiotti di colori, che rendono più gioiosa l’esistenza. Sì, perché la memoria che il paesaggio dell’incisione ci mostra non è compresa in un freddo e buio cono d’ombra, ma lascia intravedere, nella sua trama di luce, lo splendore del futuro. In un suo sonetto sul tempo che carica di pesi la fronte degli uomini, Shakespeare diceva che la posterità, la successione attraverso l’arte o la prole rende eterna la bellezza: questo omaggio paterno vuole esserne la prova.

Andrea Guastella

 
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