Un altro nome
Potessi scivolare nel bicchiere o dentro la mia tazza sciolto nel sapore del caffè che è passato appena dal suo filtro… avrei un altro nome senza vita, un corpo senza forma nell’orma del già stato, così ricominciando da dove poi è finita.
Il patto
Non è questione, no, di corruzione e di sfacelo, la malattia di un’epoca o il cancro di una società. E’ sempre stato e sempre, forse, lo sarà: il triste male del mondo, la dura vita da affrontare. Ma che significa punire? E’ un patto: si arriva a giudicare il fatto, non la persona. E una sola azione non corrisponde all’uomo, non può rappresentarlo né tanto meno cancellarlo.
Mani fredde
Ho le mie mani fredde anche quando cerco di scaldarle, piene di sabbia senza mai che l’acqua scivolando le pulisca, viscide di miele senza il miele abbandonato nel riposo. Sono il termometro di come sono diventato mio malgrado: un corpo inerte ruvido e appiccicoso.
Mistero
Non so spiegare neppure con me stesso come possa restare un animo infantile all’io di adesso dentro il suo delitto e che ostinato continui a alimentare dentro la colpa degli atti suoi di ieri i sogni, i propositi, i pensieri…
Vita tagliata
Non fu curiosità e non fu noia la cosa che mi spinse e mi ha smarrito… fu anzi la coscienza minuziosa di me e del mondo a muovere e guidare i passi ignoti del mio precipitare. Il mondo ed io, corrispondenze esatte: pietra senza labbro e labbra senza verbo, per quanto inseguo e cerco. Più che fuggire gli sono andato Incontro, ma niente ho mai subito o abbandonato. Ho sempre scelto, e ho attaccato, per ultimo me stesso… né rinunciato affatto. Ho scelto e amato, sbagliando, sì, e avendola aggredita ho guardato in faccia, tagliata, la mia vita.
Notte
O notte mia diversa Da tutte le altre notti al mondo, notte eternamente luminosa nella sua chiusa fulminante assenza, canto e armonia che alita dentro il tuo silenzio, respiro che si tende e gonfia all’infinito: l’essere intero non più diminuito, l’abisso inabissato riempito dal suo crollo.
Senza di lei
Senza di lei La sete, il desiderio: un vuoto più profondo di tutto il pieno vomitato giù fuori dal mondo. Scavato con l’ago e penetrato in carne, dentro la vena a risucchiarne il sangue e poi di nuovo che scivoli leggero e che accarezzi i nervi navigando sopra col suo vapore lento verso il cervello: odore di un odore eterno, in piena fioritura su cui di colpo precipita l’inverno.
PAOLO RUFFILLI è nato nel 1949. ha pubblicato alcune raccolte di versi, tra le quali Piccola colazione ( 1987 ), che ha ottenuto l’American Poetry Prize, Diario di Normandia ( 1990, Premio Montale ), Camera oscura ( 1992 ), Nuvole ( 1995 ) e La gioia e il lutto ( Marsilio 2001, Prix Européen ) e i racconti di Preparativi per la partenza ( Marsilio 2003, Premio delle Donne ). E’ autore di una Vita di Ippolito Nievo ( 1991 ) e di Vita, amori e meraviglie del signor Carlo Goldoni ( 1993 ). E’ curatore di edizioni delle Operette morali di Leopardi, della traduzione foscoliana del Viaggio sentimentale di Sterne, delle Confessioni d’un italiano di Nievo, di un’antologia di Scrittori garibaldini. Ha tradotto Gibran, Tagore, i Metafisici inglesi e la Regola celeste del Tao.
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