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PAOLO RUFFILLI

 


Un altro nome


Potessi scivolare
nel bicchiere
o dentro la mia tazza
sciolto nel sapore
del caffè che è
passato appena
dal suo filtro…
avrei un altro nome
senza vita,
un corpo senza forma
nell’orma
del già stato,
così ricominciando
da dove poi è finita.


Il patto


Non è questione, no,
di corruzione
e di sfacelo,
la malattia di un’epoca
o il cancro di una società.
E’ sempre stato e sempre,
forse, lo sarà:
il triste male del mondo,
la dura vita da affrontare.
Ma che significa punire?
E’ un patto: si arriva
a giudicare il fatto,
non la persona.
E una sola azione
non corrisponde all’uomo,
non può rappresentarlo
né tanto meno cancellarlo.


Mani fredde


Ho le mie mani fredde
anche quando cerco
di scaldarle,
piene di sabbia
senza mai che l’acqua
scivolando le pulisca,
viscide di miele
senza il miele
abbandonato nel riposo.
Sono il termometro
di come sono diventato
mio malgrado:
un corpo inerte
ruvido e appiccicoso.


Mistero


Non so spiegare
neppure con me stesso
come possa restare
un animo infantile
all’io di adesso
dentro il suo delitto
e che ostinato
continui a alimentare
dentro la colpa
degli atti suoi di ieri
i sogni, i propositi,
i pensieri…


Vita tagliata


Non fu curiosità
e non fu noia
la cosa che mi spinse
e mi ha smarrito…
fu anzi la coscienza
minuziosa
di me e del mondo
a muovere e guidare
i passi ignoti
del mio precipitare.
Il mondo ed io,
corrispondenze esatte:
pietra senza labbro
e labbra senza verbo,
per quanto inseguo
e cerco.
Più che fuggire gli sono andato
Incontro,
ma niente ho mai
subito o abbandonato.
Ho sempre scelto,
e ho attaccato,
per ultimo me stesso…
né rinunciato affatto.
Ho scelto e amato,
sbagliando, sì,
e avendola aggredita
ho guardato in faccia,
tagliata, la mia vita.


Notte


O notte mia diversa
Da tutte le altre
notti al mondo,
notte eternamente
luminosa
nella sua chiusa
fulminante assenza,
canto e armonia
che alita dentro
il tuo silenzio,
respiro che si tende
e gonfia all’infinito:
l’essere intero
non più diminuito,
l’abisso inabissato
riempito dal suo crollo.


Senza di lei


Senza di lei
La sete, il desiderio:
un vuoto più profondo
di tutto il pieno
vomitato giù
fuori dal mondo.
Scavato con l’ago e
penetrato in carne,
dentro la vena
a risucchiarne il sangue
e poi di nuovo
che scivoli leggero
e che accarezzi i nervi
navigando sopra
col suo vapore lento
verso il cervello:
odore di un odore
eterno,
in piena fioritura
su cui di colpo
precipita l’inverno.

 

PAOLO RUFFILLI
è nato nel 1949. ha pubblicato alcune raccolte di versi, tra le quali Piccola colazione ( 1987 ), che ha ottenuto l’American Poetry Prize, Diario di Normandia ( 1990, Premio Montale ), Camera oscura ( 1992 ), Nuvole ( 1995 ) e La gioia e il lutto ( Marsilio 2001, Prix Européen ) e i racconti di Preparativi per la partenza ( Marsilio 2003, Premio delle Donne ). E’ autore di una Vita di Ippolito Nievo ( 1991 ) e di Vita, amori e meraviglie del signor Carlo Goldoni ( 1993 ). E’ curatore di edizioni delle Operette morali di Leopardi, della traduzione foscoliana del Viaggio sentimentale di Sterne, delle Confessioni d’un italiano di Nievo, di un’antologia di Scrittori garibaldini. Ha tradotto Gibran, Tagore, i Metafisici inglesi e la Regola celeste del Tao.

 

 
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