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#UOMO DEL MIO TEMPO di Salvatore Quasimodo (testo "rivisitato" da Ugo Entità)

 
 

#UOMO DEL MIO TEMPO   

 

di  Salvatore Quasimodo  (testo rivisitato da Ugo Entità e adattato agli attuali mezzi di comunicazione del Male)

Sei ancora quello della pietra e della fionda,

uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,

con le ali maligne, le meridiane di morte,

t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,

alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,

con la tua scienza  esatta persuasa allo sterminio,

senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,

come sempre, come uccisero i padri, come uccisero

gli animali che ti videro per la prima volta.

E questo sangue odora come nel giorno

Quando il fratello disse all’altro fratello:

«Andiamo ai campi», E quella Weco fredda, tenace,

è giunta fino a te, dentro la tua giornata.

Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue

Salite dalla terra, dimenticate i padri:

le loro tombe affondano nella cenere,

gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

 

#E adesso ancora tu, Caino, appari nel Tempo

#con i segnali di una nuova  Mente

#di  #Webeota, #Wimbelle, #Webefrenico

#Webbro,  per  respirare  altrui respiro chiaro,  #Webolente

#scintilla, e  da #Wesperto,  #tramuTarlo  in farfalla

#di acclamato e premiato tuo #MaleGeniale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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