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LETTERA DI PASQUALE HAMEL AD IGNAZIO APOLLONI |
Caro Ignazio, ricevo il Tuo breve scritto e, come in altre occasioni, mi permetto, approfittando della antica amicizia, mi permetto di fare qualche osservazione. Sul piano letterario, parlo della lingua, il testo "funziona", è sul piano dei contenuti che c'è da ridire. In altre occasioni Ti consigliai di restare nell'ambito letterario e di non "scantonare" nè nelle analisi storiche, nè in quelle filosofiche per evitare di pigliare abbagli o per non cadere nei luoghi comuni che, da sempre, "abitano" la pubblicistica italiana. Il tuo scritto, nella sostanza, è apodittico, si muove su un piano di verità preconfezionate e procede per dogmi, ed è questo il vizio antico della mancanza di laicità critica. Leggendolo mi è sovvenuta la riflessione che Sciascia fece sui siciliani "antipatici" data da Lucio Piccolo. Una definizione gratuita, visto che il poeta di "Capo d'ORlando" vivendo nell'isolamento intellettuale e letterario della sua bella villa, non aveva, certo, "il polso" della realtà siciliana. Mi fermo qui, pronto a discutere passaggio dopo passaggio il tuo scritto che, ripeto, sul piano letterario è bello e che solo sul piano sostanziale appare fuorviante. Non volermene, come sai amo la verità e detesto "la piaggeria " un caro abbraccio Pasquale Hamel
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