PENSIERI MINIMI SULLA SICILIA QUALE TERRA DEI MITI, di I. APOLLONI |
La Sicilia è un coacervo di errori storici; la patria di una storia che non esiste perché fatta di tante pagine sfalsate, deliberatamente confuse per renderne complicata l’interpretazione. È un’isola all’interno del continente Europa e perciò una scintilla spastica. Una faccia macchiettata di lentiggini laddove ogni efelide è un microcontinente di contraddizioni. È un miracolo di bellezze e bruttezze: le prime, opere della natura; le seconde, colpa degli uomini bruti, brutali, selvaggi, lesionisti più che autolesionisti. Annaspa, arranca, non tenta però nemmeno di entrare nella Storia, nella grande Storia. È così soddisfatta del proprio essere un unicum da potere fare a meno di tutto ciò che caratterizza il progresso. Della civiltà ha conosciuto quella greca e quella arabo-normanna e tanto le basta. Vive la carità in forma di elemosina accontentandosi di briciole elargite sotto forma di ostia e aspirazione all’emigrare per sentirne quindi la nostalgia. Non ha conosciuto il Rinascimento, si è lasciata al contrario avviluppare dal barocco così connaturandosi, in essa, il mimetismo.
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