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EMANUELE GIUDICE: COME NOI- PREFAZIONE DI PAOLO RUFFILLI

 

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Dramma lirico a più voci, lo si potrebbe definire; o, se si vuole, azione drammatica dialogante, senza tuttavia una grande differenza; o, come sottotitola lo stesso autore, “oratorio” che, musicalmente, è una forma drammatica di argomento religioso eseguita da solisti coro e orchestra senza messinscena teatrale. Questo poemetto per quadri e voci di Emanuele Giudice, intitolato Come noi, è un piccolo grande libro dall’accentuato peso specifico: compatto e filante, stratificato e intenso, originalissimo nel taglio e nella scrittura, sulla linea della produzione ormai pluriennale dello scrittore siciliano.
    Il centro stimolante e dinamico della poesia di Giudice è il rapporto tra natura e storia, riportato allo specifico della quotidianità del suo autore, cioè alla realtà della vita qui e adesso (nell’Italia di questi anni);  in un drammatico riferimento alla presunta ricchezza spirituale e morale di quella società che, sulla pelle dei deboli e indifesi, dei reprobi e diversi, costruisce le proprie camere della tortura.
    La cosa risalta qui a maggior ragione, nella tragica vicenda dei ”migranti”, la sterminata schiera di derelitti spinti da carestie, fame, malattie, guerre, persecuzioni, che tenta di attraversare il mar Mediterraneo alla ricerca  della terra promessa dove costruire o ricostruire, nel lavoro e nella pace, la vita propria e delle proprie famiglie.
    È la storia dei nostri giorni e anni: l’odissea dei barconi, quasi sempre veri rottami galleggianti, in balìa delle insidie del mare prima ancora che di quelle degli uomini. È il dramma delle migliaia di clandestini taglieggiati (per viaggiare sui rottami si pagano tariffe più care di quelle delle navi di linea e degli aerei) e magari respinti, quando non parcheggiati nella carcerazione mascherata dei centri di accoglienza o peggio andati a picco ed affogati nel corso della traversata.
    Il grido che si leva dalla poesia di Giudice è di dolore, per l’indifferenza tragica in cui si consuma il gesto continuo di che non solo è defraudato, ma tenuto ai margini di quella considerazione e di quell’amore che sono (o sarebbero) la sostanza rigenerante per tutti.
    La materia della poesia di Giudice, dentro anche la valenza autenticamente religiosa, è di immediata e assoluta implicazione esistenziale. Nella situazione normale e corrente della quotidianità, alla minaccia del confuso stato di coscienza o di possibile cancellazione nella dimenticanza e ai residui della pellicola retorica che avvolge i rapporti umani, il poeta oppone improvvisi graffi e tagli del reale. Il flusso della vita, nello spettro della personale esperienza, si impone a qualsiasi vocazione letteraria, producendo sulla pagina un effetto ondulatorio tra i poli opposti del lessico della cronaca e dell’andamento della lirica, con effetti subito coinvolgenti nella loro forza espressiva.
    La poesia di Giudice è commisurata a regole precise, ai canoni addirittura classici per modi e lessico. Limpida , trasparente, elegante, sul piano della forma; ma densa e avviluppata in grossi nodi drammatici, quanto a sostanza. In tal senso, la contrapposizione di situazioni divergenti è una costante di questa forte testimonianza esistenziale.
E la divaricazione tra apparenza e sostanza, tra ideale e interesse, a specchio in fondo dell’antico confronto tra il bene e il male, la puntualizzano e contraddistinguono in larga misura.
    È una poesia drammaticamente consegnata alla consapevolezza dell’incontro paradossale tra l’eterno e il tempo, tra l’infinito e il finito, tra la perfezione di Dio e i difetti e le manchevolezze di noi creature; sulla linea della morte, qua e là emergente tra le righe di questo “oratorio per i migranti”. E l’aspetto più originale è lo smottamento, dentro la cifra stilistica, tra il senso dell’abisso e la compostezza delle superfici, in quell’equilibrio che abbiamo definito dentro un possibile canone classico.

                                                                                            Paolo Ruffilli
      

 
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