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Poesia e Mediterraneo: dialogo con MARAM AL-MASRI, di ANNALISA BONOMO

 

 

     Incontrare Maram Al-Masri ritrova nel processo poetico e nei meccanismi della poesia la via prediletta d’accesso agli spazi più remoti dell’anima. Leggerne la poesia  propone al lettore/ascoltatore una moderna descente aux enfers al cuore della femminilità ed un’immersione alle radici interculturali tra popolazioni lontane e differenti tra loro, il tutto ricostituito in suggestivi moments of being tanto cari a Virginia Woolf capaci di fare di un’esperienza qualcosa di straordinario.
     L’intima relazione tra uomini e donne dipinta da Al-Masri ripercorre sentieri noti e dimenticati, battuti ed abbandonati capaci di rinascere nei richiami più arditi e provocatori della quotidianità dell’essere, della vita familiare, degli oggetti tra i più comuni che affollano le nostre case, sino al desiderio placato e insoddisfatto che rimane corda tesa tra la vita e l’esistenza.
     Il rosso della ciliegia spremuta e schiacciata contro la piastrella bianca (immagine che dà il titolo ad una delle raccolte più note della poetessa siriana, Ciliegia rossa su piastrelle bianche)  pesa come un omicidio dell’innocenza o al contrario grida alla resurrezione della purezza; il bianco dello sfondo rimanda, invece, ad una pagina vuota dove tutto è già stato scritto o dove tutto si può ancora scrivere: le “ciliegie” e i “melograni”, “il miele” e la “polvere” (quest’ultima metafora ossessiva in quasi ogni raccolta dell’autrice) delimitano un sentiero lungo il quale all’ordinario è lasciato il compito di svelare lo straordinario e l’essenziale allo stesso tempo.

 

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