NAUFRAGIO PRESUNTO, di CARMELO PIRRERA: Recensione di GIOVANNI CHIELLINO |
Epopea di un’anima che veleggiando sui mari della memoria, della storia e della cultura, canta passato e presente dopo averli immersi, amalgamandoli, nelle paludi del cuore e nei cieli della mente. L’io del poeta, indossati gli abiti del tempo umano, attraversa gli avvenimenti, li cattura, li pone in uno spazio fuori dal tempo e lascia che miti e leggende, storia e cronaca si condensino nella parola, si adagino sul ritmo del verso e si raccontino. Sottesa a questa orchestrazione epica si dipana la vicenda umana con i suoi successi e le molte sconfitte, con le perdite e le attese, la dolcezza del sogno e l’amaro calice del reale, l’amore per la propria dimora e lo spaesamento, il disorientamento, il senso della persistenza accanto alla chiara coscienza della precarietà, del proprio continuo “naufragio”, l’angoscia, quindi, di dover stare sempre sulla soglia del vivere e morire, nell’incertezza, che spaventa, dell’oggi e nella certezza, che stranamente rasserena prima di aprirsi allo sgomento dell’ignoto, della morte. La musicalità, di conseguenza, si frantuma senza tuttavia perdere in armonia, fluendo sempre su toni bassi e sul ritmo lento del raccontare. Caselette, 31-03-010. Giovanni Chiellino.
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