spacer.png, 0 kB
spacer.png, 0 kB
KIKUO TAKANO: L' INFIAMMATA ASSENZA-PRESENTAZIONE DI PAOLO RUFFILLI

 

Image

 


Alle spalle, resiste un Giappone tradizionale, arcaico e forse inaffondabile. Acque sorgive e muschi spessi come velli, canne di bambù, foglie di felce e fiori di mimosa, templi e giardini zen. Ancora si contemplano e si descrivono, in questa cornice bucolica, aspetti della natura intendendoli come momenti di illuminazione e penetrazione spirituale. Però incombe il presente con la sua direttrice futuribile tutt’altro che rassicurante: “ crescono le città distrutte e la gente disperata”. Il piccione che ha fatto il suo nido al centro di Tokio con chiodi e pezzi di filo di ferro è “profonda, cupa, tagliente metafora” della gente che popola la più grande metropoli del globo. L’erede lontano di Bashō e dei maestri Shōmon ha letto la filosofia di Heidegger e La terra desolata di Eliot. Ha preso ormai le distanze dal suo passato felice quando ancora non ci si domandava “il senso del cielo e della terra”, le ragioni delle cose, il significato ultimo della vita. “Addolorato, incerto e un po’ sorpreso” si interroga: “Forse la morte è un vero tesoro?”, nell’evidenza che in ogni caso la morte non può scomparire dal mondo. E, dubbioso di come possa “l’addio prendere congedo dall’addio”, Takano scopre e se stesso e agli altri il male di cui soffre: l’esperienza del “tempo vuoto”. Quel gancio dentro di sé a cui si sta appesi capovolti, “gancio dove non c’è proprio nulla da appendere”, nella sensazione che ogni cosa e persona abbracciata per la seconda volta, compresi noi stessi, si trasformi nel nostro baratro. È così che siamo noi? Come la scatola vuota che, ad agitarla, svela il niente che contiene? Si sta legati a un filo e si è in preda al vento, sentendosi e filo e vento , desiderando di essere solo vento, ma avendo la consapevolezza di rimanere intanto anche filo senza poter sciogliere il nodo inestricabile. Le parole della poesia, sulle ali della musica che riescono a suonare qui un hard jazz dal ritmo inconfondibile, hanno il potere di dare pronuncia all’impronunciabile: quel mistero che circonda ogni vita individuale, quel cerchio sacro che chiude ogni creatura, quell’impulso che spinge a prendere un treno e “andare volentieri verso un luogo del tutto sconosciuto”, quell’attrazione superiore che ci fa precipitare come nel solco di un disco in modo vorticoso verso il centro, dentro un tunnel nel vuoto della vertigine pronti al salto. Dietro al “sentimento che non muore”, quel “battito che impercettibile alita nell’anima” salvandoci perfino dal nostro pessimismo nichilista.

Paolo Ruffilli


Kikuo Takano è nato nell’isola giapponese di Sado nel 1927. Poeta della generazione dell’immediato dopoguerra, ha fatto parte del gruppo di intellettuali raccolti intorno alla rivista “Arechi”. Molti suoi testi sono stati musicati da famosi compositori giapponesi contemporanei. I suoi libri sono tradotti in inglese, francese, tedesco, cinese. In italiano: L’anima dell’acqua (Empiria, 1996), Secchio senza fondo (Fondazione Piazzola, 1999), Nel cielo alto (Mondadori, 2003).


In copertina: Particolare dell’archivolto del portale della chiesa trecentesca di Castelbasso, recante la scritta in volgare abruzzese dell’epoca “CONUSCITE” e la riproduzione stilizzata di un’aquila.

 
< Prec.   Pros. >
spacer.png, 0 kB
spacer.png, 0 kB
 
Web Design by Ugo Entità & Antonella Ballacchino - Web Master by Miky
download joomla cms download joomla themes