Illusioni Inventerò storie invano fingendo riempirò lo spazio in attesa immobile e immutabile illusorio e perduto Vite attorcigliate danzanti impazzite trottole lanciate lontano Tentazione
Ti guardo e per un attimo vivo, in mille immagini di caldo e profumato torpore, la tranquillita’ che ti appartiene, le persone, i luoghi e i ricordi che saranno sempre li’ per te. Per un momento mi scalda il desiderio, anch’io, di affidare ad amorose mani le paure, gli sbagli, e i dubbi che attendono pazienti il mio arrivo domani. La mia città Guardo il cielo bianco che annuncia la notte e lentamente sento le distanze sciogliersi nel fiato freddo dell’inverno Oltre i confini dei miei viaggi interminabili ritrovo adesso dietro agli occhi la dolce pietra dell’infanzia Mi accolgono le luci fumose di una città antica che corre tranquilla verso ciò che sa e vuole. E sono a casa. Domani Domani, amore, ci sveglieremo estranei, sapendo troppo. Domani fuggiremo dalle bugie cieche e leggere che segnano il tempo. Domani, rabbiosi ci graffieremo via le illusioni della nostra incoscienza. Domani rimarranno tra di noi amari, solitari, ricordi freddi e crudi, e indifferenza ed affanno, . Ma oggi, anima mia vivo nelle tue mani nel tuo fiato, nel tuo riso, e non c’è nient’altro. Il futuro (incompleto) Mi ingannerai? Anche tu come gli altri disegnerai bugie che mi impigliano sulle mie pagine chiare? Mi costruirai? Per te, unica e viva cesta ricolma del pesce lucente, di settembre? Mi marchierai? Con i colori del vento forte inciderai i miei sensi sulla sabbia del tuo ultimo giorno? Mi rinchiuderai? Nelle stanze fluide della tua fantasia, farai di me vitrea allucinazione? Mi tradirai? In mezzo ad altri, sarai anche tu, solo uno specchio opaco della mia vanità? Mi amerai? Senza meta o principio saprai rinunciare quando è giusto e tenermi per mano fino a perdermi? Dove sei stasera... Dove sei stasera, amore mio? Perché è inutile e incauto domandarsi il senso di questo nostro essere, lontani e indispensabili già ora, fino a domani. Il silenzio Il silenzio esplode inarrestabile e lieve, dietro di lui la vita arranca, eterna ritardataria dei nostri giochi infiniti, e il desiderio muore abbandonato da due amanti saziati persi, ognuno, nei propri sollievi, e tutto precipita gia’ oltre le rapide di sogni inquieti Inutile, il sonno si rintana, stordito, viaggia, sulle tue dita leggere, sulla tua lingua, le tue labbra, gentili lo sapevi? che si potesse essere carne fino al fondo della coscienza, fino al lembo piu’ dolorante di vita? tu che sei cosi’ perfetto e cosi’ sbagliato, mi tocchi... intento non mi guardi... e taci [Nata a Torino 45 anni fa, Ira Fabri oggi vive e lavora a Washington D.C. Dopo aver dedicato la prima parte della propria vita all’insegnamento, sia a livello universitario che scolastico, ha deciso di iniziare una nuova avventura negli Stati Uniti che le permettesse di mettere a frutto la sua passione per la scrittura, per le lingue straniere e per gli esseri umani. Queste poesie sono uno dei risultati di questa scelta.]
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