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    In questa realtà Anna Torre riesce a stillare un verso deciso, senza orpelli, sul cadavere della logica e, al tempo stesso, privo di residui pseudoromantici.
    Alla ricerca della strada che porta alla libertà, un percorso denso di insidie, trappole e disillusioni, col rischio continuo di voltarsi e non scorgere nessuno.
    A nome della redazione do «Logos» posso dire che ci troviamo di fronte a una sorpresa e ad una  inaspettata dolce conferma.
    Attingo volentieri a versi di Rafael Alberti per ricordare quel giorno di vent’anni fa, quando capii che quella ragazzina aveva intuito il senso della giusta ribellione contro i «tempi tristi, feroci, di galere, di condanne a morte, di ululati e pianto».
    Nell’epoca in cui il “partito nuovo” è stato inghiottito dalle paludi dei vecchi guardiani, vale più che mai la continua, accorata raccomandazione di Carlo Muscetta: «bisogna fare sempre nuovi
progetti». 
    Allora grazie ad Anna Torre e agli editori coraggiosi, fuori dai circuiti integrati, capaci di accogliere, contro ogni logica commerciale, le gocce di vita progettuali e demistificatorie.

Antonio Creazzo