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EMANUELE SCHEMBARI

 

TESTIMONIANZE


E continueremo ancora a ripetere
prima di scomparire dal proscenio
come nulla sia più assurdo degli atti
della vita destinata a concludersi
dove ci perdemmo nello spazio
per finire il nostro viaggio
e la fotografia appesa alla parete
ha l’aspetto osceno di qualcosa
ormai diventata ombra come un abito
stretto che nessuno indosserà più
appeso all’interno di un armadio
in questa grottesca rappresentazione
alla stupida ricerca di un significato
anche se conserviamo carte nei traslochi
per regalarci uno spazio alla memoria
ma se ne è andata per sempre la favola
scomparsa dietro le ombre del passato
e noi inseguiamo questa nostra vita
che s’allontana come in una barca
su flash di volti su ritornelli di canzoni
su feste dimenticate su fanciulle
e sui nostri amori che duravano un mese
un anno al massimo anche se per noi
erano senza fine e senza speranza
come tutto ciò che finisce come i ricordi
come il domani in una discesa spalancata.


LA CORDA


Ma la vita quella che s’insegue
che si vuole afferrare per la coda
per poterla sbattere contro il muro
la vita è così stupidamente assurda
che non bastano i segnali di pericolo
proprio per questo avviene la ricerca
di qualcos’altro che nessuno vede
imboccando la strada che ci conduce
al vuoto di un domani senza un futuro
vivere alla giornata quotidianamente
si paga con l’angoscia della solitudine
gli interrogativi sono come pugnali
che incalzano giorno dopo giorno
e serve la corda a cui aggrapparsi
perché niente sa essere più buio
di una lunga notte senza stelle.


LE LETTERE


E’ morta la maggio parte delle persone
di cui conserviamo le lettere che narrano
i loro molteplici problemi i programmi
a lunga scadenza che ci promettono risposte
oppure si pongono infiniti interrogativi
ma ora sono morti inesorabilmente
la vita passata ha perso ogni significato
rimane solo la conclusione e lo svolgimento
appare come un’inutile perdita di tempo
la vita è il soffio del ricordo di ognuno
la morte il flash di un gesto incompiuto.


L’ALFA E L’OMEGA


Per conto nostro non abbiamo niente da dire
siamo usciti sbattendo la porta non dobbiamo
niente a nessuno non possono comunicarci
quotidiani problemi che non c’interessano
dialoghi tra sordi parole logorate dall’uso
niente di nuovo da un viaggio nel deserto
sono rimaste ombre inautentiche come fari
ai margini delle strade al calar della notte
ognuno dialoga rivolgendosi a se stesso
vada tutto in malora come è sempre avvenuto
solo l’alfa e l’omega hanno un significato
tutto ciò che intercorre rimane irrilevante
è tempo perso questo brancolare nel buio.

 
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