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LUCIANO CECCHINEL

 

LE VOCI DI BARDIAGA

 

Esangue immobile carezza,
sguardo lunare,
colmavi il flusso
interminabile dei prati
e con labbra di fragola selvosa
alitava il vento per lumeggianti
fessure di fienili
su legno e sogni
prima che ammutito terrore
vorticasse da cava
buia disseminazione
su all’alba timida dei boschi.

 

E  sussurravano
allora spiriti placati
a intrecciati argenti di nube
e di betulla.

 

Ora quando da intrisa
boscaglia come da gonfi pallori
dissoluta vertigine
fumigano cornacchie
sono uomini che salgono
per soffi di voragine
e altri uomini
che incuneante spasimo
ritrae al nudo
stridore dei giacigli.

 

Così cauto baluginante volto
districa furie
nodose al rauco focolare.

 

Per ombra e sole
seppero le sue rughe
fradici denti
rodere dalla volta adunca
obliquo intrico
di resti d’ossa e vesti.

 

Quando ancora sciamava
la condanna a narici tumide
di selva.

Prima che il cerchio pallido
oscillante inscrivesse
l’orrore profanato
e sbrecciasse in calve cortecce
l’enigma ortogonale
di fronti dilavate.

 

Forse così aveva voluto
non vigile
orecchio di nemico
ma fresca libertà
lampante di narcisi.

 

Ora più non si impreca
se lasciata la traccia
febbrile il cane raspa
nell’ispido di grasse ortiche
né se riporta, inadescate prede,
ossa corrose.

 

E forse anche dove
brevi leggeri umori
nutrirono il compunto bucaneve
carne e terrore suggono alla terra
i mirtilli, le fragole, i lamponi
in lunghi silenziosi geli.

 

Ma perché il nuovo
custode delle cime
lasciò su aduste pietre
imploranti occhiaie
a convertire l’alito del vento?

Non è tempo di riti
tra le brune angeliche e i fumidi
fiati degli alberi e dei prati.

 

E bozzoli incrinati
coprirono le madri i bimbi
con la cieca promessa degli scialli.

Trascorreranno ancora
per loro lievi spiriti
tra le flebili foglie di betulla?
e in specchi di torrente,
lucciole rapide sciamanti?

 

Perché oltre lame di luce
in un ombroso molle e oscuro
rochi echi di spelonca
mordono vuoto di pareti,
sconvolgono sfarfallìi d’erbe,
contorcono vertigine di abeti

 

 
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