spacer.png, 0 kB
spacer.png, 0 kB
INTERVISTA A GIORGIO BARBERI SQUAROTTI - di ELISA MANDARA'

 


    Un secolo di letteratura. Se non suonasse quasi di vecchia istituzionalità, così ci si potrebbe riferire a Giorgio Bàrberi Squarotti. Perché parlare di lui come studioso riduce il suo contributo essenziale alla edificazione della critica italiana secondonovecentesca, fin dai primissimi anni Sessanta, dunque in un’atmosfera culturale dominata (talora sbalordita) dalla febricitante tensione alla rottura con i contenuti e con gli istituti formali tradizionali, operazione lanciata dalla Neoavanguardia. Ma, già dagli esordi, la pagina squarottiana si scioglie dalle convenzioni di corrente, lasciandosi semmai tangere dalla volontà strutturalista di indagare le ragioni solo letterarie della poesia, vissuta, da lettore e da artefice – si allude evidentemente a Bàrberi poeta –, quale mitica, simbolicissima, trasposizione in versi di realtà altre, distanti eppure intrise di quotidiana normalità.
    Il momento primo dell’incontro col professore è incentrato sul suggestivo tema dei Fanciulli e fanciulle divini nella poesia di Pascoli, D’Annunzio, Saba, Sbarbaro, autori in cui il fanciullo si fa metafora del canto, personificazione dell’esperienza poetica e dell’invito alla musica. Dalla classicità – lungo riedizioni del tema – si tramanda intatto il valore salvifico che il canto può esercitare anche in questo nostro tempo magnifico e tormentato.

 

Continua a leggere il testo

 
< Prec.   Pros. >
spacer.png, 0 kB
spacer.png, 0 kB
 
Web Design by Ugo Entità & Antonella Ballacchino - Web Master by Miky
download joomla cms download joomla themes